L’1 settembre arriverà finalmente in esclusiva su Netflix la quinta stagione di SKAM Italia, la serie cult prodotta da Cross Productions. Come già noto, al centro dei nuovi episodi ci saranno le vicende di Elia (Francesco Centorame) e la sua difficoltà a instaurare relazioni sentimentali. Il motivo – ormai libero da spoiler – è (come recita la nota stampa ufficiale) «la sua ansia da prestazione legata alle dimensioni sotto la media del suo pene».
Una scelta e una direzione narrativa su cui gli autori Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo hanno riflettuto a lungo, tra ricerche e interviste utili anche ad approfondire un argomento sicuramente poco trattato sul piccolo schermo.
«Skam in norvegese vuol dire vergogna. – esordisce subito Ludovico – I norvegesi si sono fermati, ma in Italia siamo andati avanti con la responsabilità di sganciarci dalle stagioni originali e inventare qualcosa di nuovo. Io e Alice, durante il lockdown, abbiamo immaginato di cosa potessimo parlare. Una delle caratteristiche di Skam è avere un personaggio per ogni stagione che sia portatore di una problematica. E di qualcosa che ha a che fare con la vergogna. Ci siamo concentrati su Elia, un personaggio di cui si è sempre visto poco, con l’idea di scoprire una ricchezza insospettabile una volta entrati nel suo mondo».
Nelle precedenti stagioni, continua Bessegato, «Elia era apparentemente superficiale, un po’ leggero nel suo rapporto con le ragazze. Ci siamo immaginati una risposta al perché, per quattro stagioni, non avesse mai avuto una interazione sentimentale. Onestamente non sapevamo quale sarebbe stata la risposta, ma è stato bello trovarla con Alice. C’è stata tanta ricerca, tante interviste per raccontare questo tema nel miglior modo possibile. Oltre questo, essendo una nuova stagione, abbiamo un nuovo nucleo di personaggi. Il ricambio generazionale va fatto per evitare l’effetto Dawson’s Creek, con attori quarantenni nei panni di adolescenti. Ma gli altri personaggi continuano a essere presenti».
Francesco Centorame e l’esempio di Elia
Torneremo dopo sulle new entry del cast. Nel frattempo, e visto che l’argomento micropene è già di tendenza su Twitter, è bene sapere come Francesco Centorame si sia approcciato al percorso di accettazione di Elia. Innanzi tutto, l’attore ha scherzato sul fatto che si sia dovuto mettere a dieta («Mi piaceva l’idea di un corpo più fragile – ha dichiarato – parliamo sempre di ragazzi di 19 anni, anche se io ne ho di più»).
«È stata una scoperta anche per me. – continua poi Francesco – Abbiamo sempre saputo poco di Elia. Però son stato felicissimo, è un onore per me. È stato anche molto semplice, perché SKAM ha una potenza narrativa che ci rende facile il lavoro. Devi solo avere coraggio e amore. E tutti hanno amore per il progetto e la storia. Elia, nello specifico, mi ha insegnato tantissimo nel quotidiano. C’è un percorso, un perché, bisogni da capire e in questo caso erano chiarissimi».
La tematica va oltre, chiaramente, l’importanza delle dimensioni. In conferenza si parla di «salute sessuale», ma anche di «mascolinità tossica» e di «spazio emotivo».
«Soffrivo di attacchi di panico. – racconta Francesco – Lo spazio emotivo è importante perché è qualcosa in cui ti senti confortato. Un luogo sicuro che a volte manca, perché non siamo abituati a crearlo. Io frequento gli asili nido. Se a un bambino di due anni dici che non deve piangere se no sembra una femminuccia lo costringi a crescere con una maschera. E diventa complicato esternare un disagio. Io, quando ero a scuola, mi chiudevo in bagno per intere lezioni. Alla fine prendevo la nota e ne ero anche orgoglioso. Non avevo il coraggio di Elia, che credo sia un bellissimo esempio da questo punto di vista».
SKAM e la non importanza delle dimensioni
Ci vuole coraggio e conforto anche per esternare un problema come l’ansia da prestazione? Certo che sì.
«La tematica del micropene era qualcosa mai raccontato. – commenta Alice – Il lavoro di ricerca è stato anche più intenso perché non avevamo riferimenti. Abbiamo scoperto un mondo nuovo, ci siamo fatti raccontare anche com’è vivere con questa caratteristica fisica. Cosa vuol dire essere uomo in un mondo in cui le dimensioni decidono la virilità? C’è dentro il tema della vergogna e anche quello del body shaming, legato però finalmente a un personaggio maschile. Quello che abbiamo fatto è stato raccontare in modo rispettoso e reale la problematica. La cosa interessante alla fine è che questa non è una questione privata. Per tante persone lo è perché c’è vergogna. Nella serie però ciò di cui si parla diventa una questione collettiva e sociale, perché il racconto è all’interno di una comunità. SKAM diventa così il racconto di nuove dinamiche sociali».
Le new entry e la nuova regia
Accanto a Francesco Centorame (Elia) tornano Beatrice Bruschi (Sana), Federico Cesari (Martino), Giancarlo Commare (Edoardo), Rocco Fasano (Niccolò), Ibrahim Keshk (Rami), Martina Lelio (Federica), Ludovica Martino (Eva), Mehdi Meskar (Malik), Greta Ragusa (Silvia), Ludovico Tersigni (Giovanni), Pietro Turano (FIlippo) e Nicholas Zerbini (Luchino). Debuttano in questa stagione Lea Gavino (Viola) e Nicole Rossi (Asia).
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La regia è affidata a Tiziano Russo, che riceve l’eredità da Ludovico Bessegato che rimane, però, showrunner e autore, insieme ad Alice Urciuolo.
«SKAM ha una magia studiata che ti prepara a quello che è il set. – dice proprio Tiziano – Ti porta ad affrontare le cose in modo tranquillo. Ho conosciuto prima Francesco e poi i nuovi attori. Infine il vecchio cast. Credevo di dover fare da collante, ma la magia di SKAM si ripete. Come se, ogni volta, si chiudesse un ciclo».