Nell’epoca dei remake e dei revival, sempre più a corto d’idee e più incline a giocare sul filo della nostalgia, all’appello mancava giusto Hocus Pocus. La pellicola, uscita nel 1993 e diretta da Kenny Ortega, si è attestata negli anni come un vero e proprio cult. Eppure, l’idea di un sequel arriva quasi due decadi dopo, favorita – come dicevamo – dalla tendenza a rinnovare il vecchio piuttosto che creare nuovi cult.
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E così, Hocus Pocus 2 sarà disponibile sulla piattaforma Disney+ a partire dal 30 settembre. Un sequel ma anche una vera e propria reunion, dato che nel ruolo delle sorelle Sanderson ritroviamo Bette Midler, Sarah Jessica Parker e Kathy Najimy.
«Per me, lo confesso, è un sogno che si avvera. – ha esordito Bette Midler in conferenza stampa – Quando ho capito che il film era diventato un fenomeno, ho iniziato ad essere agitata. Chiedevo alla gente della mia età Non credi che sarebbero interessati a fare un sequel?. Sto parlando di 15 anni fa. E ora siamo qui».
«Credo di essere un po’ anziana per un franchise a questo punto. Ma mi accontento», scherza la Midler.
La conferenza stampa, con Sarah Jessica Parker come grande assente, finisce per essere un po’ la terra di paragone tra il vecchio e nuovo. Come mai Hocus Pocus è tuttora così popolare? E cosa può portare di inedito un sequel?
«Perché è un classico? A parte la mia performance? – scherza Kathy – Non credo che sia qualcosa che si possa decidere a tavolino. È sempre una sorpresa scoprire la reazione del pubblico a un film. In Hocus Pocus credo ci fosse qualche elemento in stile Mago di Oz. Una generazione l’ha mostrato ai propri figli, che a loro volta l’hanno fatto vedere ai propri figli e e così via. Credo faccia parte della storia delle famiglie».
Hocus Pocus 2 e l’impossibilità di competere con l’originale
A dirigere il film troviamo Anne Fletcher (Voglio una vita a forma di me, Ricatto d’amore), che definisce il brand Hocus Pocus perennial, perenne. Eppure, l’eredità da raccogliere non era trascurabile. Al di là della storia, Hocus Pocus vanta infatti numeri musicali diventati ormai intramontabili.
«La missione, in generale, era onorare il film e creare un legame con il sequel. – dice Anne – Volevo rendere omaggio a questi personaggi per i fan e, nello stesso tempo, presentarli a una nuova generazione. In questo senso, anche i numeri musicali sono utili per la storia. Non credo di poter competere con I Put a Spell on You, scritta da Bette e Marc Shaiman. Era una canzone originale, dall’arrangiamento al testo. È impossibile competere. Così non ci ho neanche provato. Ci siamo focalizzati sulla storia. E avevamo comunque tante canzoni divertenti tra cui scegliere. In fondo, chi non vuole vedere Bette Midler cantare?».
La squadra sul set, del resto, è quella delle grandi occasioni. Tra i produttori figurano infatti Lynn Harris (Una famiglia vincente – King Richard, Paradise Beach – Dentro l’incubo) e Adam Shankman (Disenchanted, Hairspray – Grasso è bello), in realtà produttore esecutivo.
La sorellanza
Eppure, almeno secondo Bette e Kathy, l’elemento principale di Hocus Pocus resta l’importanza della sorellanza. «Viviamo in un mondo in cui succede di tutto ormai – commenta la Midler – e non abbiamo mai veramente capito che le cose per le donne sono cambiate. Almeno negli ultimi 25, 30 o forse 50 anni. Eppure non sono cambiate abbastanza in fretta. Questi tre personaggi, in modo sicuramente bizzarro, per le donne sono positivi. Prima di tutto, sono divertenti e non ci si aspetta in genere questo dalle donne. Poi sono leali l’una con l’altra, anche se il loro rapporto è ricco di emozioni differenti. Però, in modo simpatico, il loro legame è fortissimo. Quando le donne sono insieme, è importante creare un legame di amicizia o sorellanza. Il messaggio del film secondo me è questo». «E poi – aggiunge Kathy – non esitano mai. Hanno un’idea e la mettono in pratica, anche se si tratta di mangiare bambini».