Per la prima volta, Shade ci presenta un singolo introspettivo: ‘Pendolari’ non è però un caso unico, solo un’evoluzione. La nostra intervista.
Si intitola Pendolari il nuovo singolo di Shade. Un nuovo inizio per l’artista (che ha firmato con Sony Music), che ci presenta – forse per la prima volta – un brano apripista introspettivo e differente dalle hit estive a cui ci aveva abituati.
«Volevo descrivere quella sensazione del ritorno a casa da pendolare. – ci dice subito Shade – Il momento più frustrante della giornata dopo la partenza. Forse il ritorno lo è ancora di più, perché hai il peso della giornata addosso e l’idea che il giorno dopo succederà la stessa cosa. Vivendo in prima persona da pendolare, mi ha ricordato l’approccio di certe relazioni e il trascinarsi verso una persona anche quando è logorante. Non è il primo episodio in cui racconto qualcosa di peso, forse è la prima volta in cui gli do l’importanza di un singolo, fregandomene della complessità della canzone. In altri casi, brani così li ho considerati riempi-disco. Anche sei poi si sono presi le loro soddisfazioni, penso a Truman o Patch Adams. Spero che Pendolari abbia più risonanza degli altri brani. C’è chi ha scritto che è un pezzo adolescenziale, quando farò realmente un pezzo così cosa potranno dire? Pendolari vuole invece essere un carezza per dire che è vero che non è il momento migliore del mondo, ma ascolta questo brano. Magari aiuta».
È delicato parlare di numeri e mercato. Shade non fa mistero del fatto di aver presentato il brano a Sanremo e di non essere stato scelto. Il rapper parla tuttavia anche di un pregiudizio sulla sua musica, che fa sì che venga spesso accostato a brani poco maturi.
«Negli ultimi due anni sono uscite due hit estive. – ci racconta – Ma le hit sono calci di rigore. Sai che nove volte su dieci fai determinati numeri. Nel disco non c’è praticamente quasi nulla di quel mondo lì. È un mondo a sé, ma nella mia vita ho sempre scritto anche altro. Avevo anche canzoni più facili, non erano hit estive ma forse più potenziali hit. Mi son detto però che a ‘na certa basta. A me Pendolari piace ed è scritto molto bene rispetto a tante cose che escono tuttora. La nostra idea era presentarlo a Sanremo che è una grande cassa di risonanza, volevo mi vedessero con questa canzone. So che senza Festival arrancherà e arriverà a meno persone, ma dopo un po’ te ne freghi dei dischi di platino. So che anche quel tipo di soddisfazione l’ho un po’ superata. Non è più l’obiettivo. L’obiettivo è costruire e seminare bene».
Pendolari, il video con Nicky Passarella
Di sicuro, al di là del testo, Pendolari è un brano che mostra un nuovo volto di Shade. La melodia è più complessa e, di conseguenza, lo è anche l’esecuzione. «È quello mi ha fatto tentennare fino all’ultimo. – ci dice Shade – Il provino era voce e chitarra, ma mi dicevo che doveva esserci un’esplosione nel ritornello, degli archi». Il brano, di fatto, ad Amadeus era piaciuto. «Siamo rimasti in ballo fino all’ultimo. – svela il rapper – Ci sono anche io tra gli ignavi, quindi, ed è una cosa veramente brutta. È come non passare un esame all’università e qualcuno lo scrive sui social al posto tuo. È un po’ indelicato».
Se la melodia alla fine è rimasta quanto più spoglia, per il video e per la cover Shade ha scelto di affidarsi (come sempre) a rimandi fumettistici e cinematografici. Con la partecipazione straordinaria della TikToker Nicky Passarella.
«Nicky la seguo da tanto. Uso tanto TikTok e mi è capitata Nicky. Mi è sembrata subito simpatica, spontanea e non costruita. Nella canzone cito Spiderman, pensando a Kirsten Dunst. Volevo quindi una ragazza coi capelli rossi e ho voluto chiamarla. Lei ha il piglio che ha Jane nei fumetti. Non aveva mai fatto video musicali, anche per politica loro, ma mi ha detto Per te lo faccio. Sono rimasto lusingato e mi sono trovato da Dio. Credo sia nata per fare l’attrice perché sembravamo fidanzati da tre anni. Per la cover l’idea è presa sempre da una foto di Spiderman. Volevo ricreare una situazione di quotidianità. Il bianco e nero è una scelta non vintage, ma legata alla canzone. A colori sembrava la cover di un programma di Disney Channel e, visto che la canzone ha una certa maturità, in bianco e nero assume più serietà».
Il nuovo album
Chiediamo a Shade come mai, secondo lui, si faccia fatica a considerarlo un artista maturo. «Credo che sia un pregiudizio dovuto al fatto che ho avuto successo con un brano che è piaciuto a tanti bambini. – ci risponde – Si perdono il fatto che anche i genitori cantano le mie canzoni. Anzi, per Pendolari ho ricevuto molti più feedback da persone adulte. Certe cose non è che non vogliono vederle, non le vedono per superficialità nel valutare un artista. Ci ho fatto l’abitudine, fossi andato a Sanremo avrebbero scritto la stessa cosa. Ogni tanto mi piace immaginare cosa avrebbero scritto se il brano fosse stato cantato da un altro artista. Vorrei creare un multiverso per scoprirlo».
«Io dico sempre che vorrei essere quello che fa canzoni che puoi ascoltare nel viaggio di andata verso la serata ma anche durante il viaggio di ritorno. È quello il goal».
E l’album per quale viaggio sarà? «Ho tantissimi brani e nel 2023 esce l’album, non vedo l’ora che esca. – conclude Shade – Ci sono canzoni di cui sono contento per la prima volta nella mia vita. Truman era pieno di hittarelle, penso di aver raccontato molto ma qui mi sono preoccupato delle tematiche. Canterò di pandemia, della perdita di persone care, di depressione senza entrare a fondo nel tema. Un po’ come hanno fatto i Pinguini Tattici Nucleari di recente. Ho cercato di farlo in tutto l’album. Sentirete qualche hit, ma ogni brano avrà un sound diverso».