C’è tempo fino al 30 settembre per ammirare a Roma Colonne Infinite, l’installazione dell’artista coreano Park Eun Sun a cura di Leonardo Contini. È proprio Contini, nell’intervista, a spiegarci che l’occasione «è la celebrazione dell’anniversario, molto importante, dei 140 anni di rapporto tra Italia e Corea del Sud». «La mostra – continua Contini – è nata per volontà del Ministero della Cultura coreano in collaborazione con l’ambasciata per celebrare questa data con un evento culturale di rilievo. La formula più idonea è proprio la mostra di Park Eun Sun, artista coreano che da 30 anni ha trovato la sua casa in Italia. È il più grande esempio di rapporto tra le due nazioni».
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Il rapporto tra l’artista e il curatore è in realtà consolidato. «Da anni lo rappresentiamo come Galleria Contini», racconta Leonardo spiegando dunque anche il suo coinvolgimento. Ma perché proprio Colonne Infinite? «Le Colonne Infinite sono un elemento onnipresente nella produzione di Park Eun Sun – spiega Contini – ma, entrando nella pancia di Roma, hanno guadagnato un significato diverso. Si sono messe in dialogo con la storia dell’arte romana e ci siamo resi conto di affinità che persino Park Eun Sun, quando realizza le opere, non considera». Un’unione tra sacro e profano, ma anche la capacità di riempire spazi laddove «in passato esisteva qualcosa che ora non c’è più».
Anche perché, nelle opere del coreano, «ci sono armonie tra opposti, sia nella scelta dei materiali che nelle idee che lui riversa nel procedimento artistico». Park Eun Sun, spiega Leonardo Contini, ricorre infatti a «due tradizionali metodi, considerati opposti: addizione e sottrazione di materiale. Lui parte dalle singole sezioni che vengono spaccate, poi assemblate insieme e solo alla fine scolpite». «L’unione di questi due opposti genera la forza. – prosegue – All’apparenza c’è la breccia che suggerisce la fragilità, ma di fatto la colonna è dura e la qualità del materiale è ancora più accentuata, perché vedi un’armonia tra opposti». Del resto, conclude Contini, «la colonna nasce come elemento strutturale e poi è diventata decorativa. Park Eun Sun fa vivere questa tradizione nel suo stile infinito: non c’è funzione strutturale né decorativa. La sua nasce e vuole essere opera d’arte».
Foto di Valentina Sensi via HF4