A Roma la ‘grande mostra’ di Fernando Botero, Lina Botero: «La bellezza nell’esaltazione del volume»

Inaugura il 17 settembre a Palazzo Bonaparte a Roma FERNANDO BOTERO. La grande mostra, la
più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata all’artista. 120 capolavori, attraverso cui ammirare il percorso artistico di Botero tra pittura e scultura. È possibile anche ammirare inediti eccezionali – esposti per la prima volta al mondo, come la Menina (After Velazquez) e Omaggio a Mantegna, che si credeva perduto. La mostra, che racconta oltre 60 anni di carriera artistica, è curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera.

«Il contributo più importante di Botero alla storia dell’arte – ci dice proprio Lina Botero – è stato il suo stile unico e originale, che aveva le sue radici nell’esaltazione del volume. Per lui lì giaceva la bellezza e la sensualità dell’arte: ha portato questa esaltazione a un limite senza precedenti». 

FERNANDO BOTERO. La grande mostra: i dipinti inediti

La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s.

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«Siamo veramente commossi per l’invito di Arthemisia a realizzare questa mostra che commemora il primo anniversario della scomparsa di mio padre. – aggiunge poi Lina Botero – Insieme alla grande mostra di scultura monumentale nel centro storico di Roma, diventa un unico grande evento dedicato a Botero. Roma è un posto straordinario per poter mostrare l’opera di mio padre. Ci sono poi opere inedite mai viste in pubblico. Tra queste, l’omaggio a Mantegna che è stato dipinto nel 1958 e che abbiamo un po’ perso di vista per tanti anni».

Affascinato da uno dei capolavori del Rinascimento – la Camera degli sposi di Mantegna nel Palazzo di Mantova – Botero decise infatti di rendere omaggio al maestro italiano dopo il suo viaggio in Italia. Scelse l’affresco della parete nord, la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario, Marsilio Andreasi. Intorno a lui ci sono i suoi parenti: una scena che Botero trasformò in un’opera tutta sua, in cui esaltò la monumentalità e il colore eccezionale, vincendo con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.

La Menina

Altra opera fondamentale ed inedita e mai esposta al pubblico – perché da sempre appesa nello studio parigino di Botero – è una versione dell’infanta da Las Meninas di Velázquez, pittore che Botero copiò durante il suo apprendistato al Prado da giovane studente. Nel corso della sua vita Botero realizzerà numerose versioni dell’opera, in particolare quella dell’Infanta Margarita d’Austria. Mantenendo la stessa aura di grandezza e maestosità, la Menina di Botero è più di una semplice versione, è un’opera nuova, un Botero autentico.

Una sala è dedicata, infine, alla più recente sperimentazione del maestro che, dal 2019, dipinse con una nuova tecnica degli acquerelli su tela e in grandi formati: opere quasi diafane, sintesi dell’opera di una vita, frutto di un approccio delicato ai temi familiari di sempre.

«Siamo in due a curare questa mostra. – chiosa Lina Botero – È sempre una grossa sfida organizzare una mostra in così poco tempo, soprattutto perché vogliamo comunicare l’importanza di Fernando Botero nella maniera più precisa e concreta, ma anche in modo semplice per il pubblico. Così che capisca qual è stato il suo contributo al mondo dell’arte».

Col patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fernando Botero Foundation e in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale (il cui Presidente Emerito è l’Avv. Emmanuele F. M. Emanuele) e Poema.

Foto di Gianfranco Fortuna per Arthemisia