MASBEDO, ‘Arsa’ e «il coraggio delle emozioni»: «Bisogna proporsi liberi, rotti, bucati»

Dopo l’esordio nel mondo del cinema con The Lack (2014), presentato alla 71esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il duo MASBEDO – Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni – presenta alla Festa del Cinema di Roma il nuovo lungometraggio ARSA. Il film è nella sezione Freestyle Film ed è prodotto da Eolo Film Productions di Beatrice Bordone Bulgari, in collaborazione con Alción e Rai Cinema.

Per ARSA i MASBEDO si sono comunque confrontati con la fiction (in senso lato) per la prima volta. La protagonista – Arsa – ha circa diciotto anni, è bella, chiusa e selvatica. Vive da sola in una capsula fatiscente che guarda sul mare, da qualche parte lungo il perimetro di un’isola. In questo paesaggio si muove sicura, è qui che ha costruito il suo mondo sospeso. Il canneto è la soglia tra il suo spazio di solitudine e la vita sociale dei turisti che osserva a distanza. Un giorno arrivano sull’isola tre ragazzi in vacanza che prendono una casetta in affitto. All’improvviso il mondo di Arsa viene invaso.

«Abbiamo fatto due lungometraggi. – dice Nicolò Massazza – Il primo, del 2014, aveva un’impostazione con grandi silenzi e lasciava spazio all’immagine. Qui, lavorando con Giorgio Vasta che amiamo, abbiamo deciso di dichiarare la mediazione tra narrazione letteraria e la nostra narrazione visiva. Non è un equilibrio facile da trovare, perché questo film potrebbe tradire chiunque. Potrebbe tradire il nostro pubblico, che da noi si aspetta l’eccellenza delle stranezze, e il pubblico generale perché trova troppe eccellenze di stranezze. È veramente difficile, ma l’abbiamo scelta come regola da subito. Ci sono state regole anche tra me e Iacopo che qui abbiamo fatto divisioni interne delle riprese, con un legame fortissimo. È un film che ci ha messo alla prova».

Il cinema, del resto, è sempre Arte. Ma i MASBEDO – abituati alla contemporaneità dei loro veicoli – confessano subito la challenge rappresentata da un nuovo medium. «L’arte per noi non è una somma di idee. – dice infatti Iacopo Bedogni – Le idee le puoi gestire e puoi definire la distanza tra te e loro. L’arte nasce da una vera ossessione e l’ossessione è sempre un’idea, ma più patologica. È necessità di fare senza ascoltare niente e nessuno. In questo senso, il passaggio è drammatico ma anche estremamente costruttivo. Passi dall’idea del fare, che può cambiare perché teniamo aperte finestre di improvvisazione, a una struttura più gerarchica, costruita su idee e necessità di produzione. È una palestra che ti mette nelle condizioni di fare dieci passi indietro rispetto al tuo ego e alla tua libertà di azione. Benvenuti al cinema».

Tanti i protagonisti di questa pellicola – oltre a Gala Zohar Martinucci, che interpreta Arsa – anche l’isola di Stromboli e una colonna sonora eccellente. «Sentiamo la necessità – dice Nicolò – che ci sia sorellanza tra immagine e suono. Sia il suono vero che la parte musicale sono stati fatti con cura eccellente. Ci son stati momenti in cui dicevamo ai due compositori di esagerare. Volevamo che il film suonasse e che la componente fosse esclusivamente emotiva. L’immagine ha bisogno di avere sacralità, come una Messa atea perenne. Il film deve stordire dall’inizio alla fine, con una complessità che allo spettatore può sembrare anche un po’ furbetta».

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Del resto, «i MASBEDO sono un po’ furbetti – conclude Massazza – perché diciamo allo spettatore quando emozionarsi. In certi momenti è quasi forzato e credo che ci criticheranno, ma va bene perché è voluto da noi. Le scene devono saper andare oltre e, in questo momento storico, vale tantissimo avere il coraggio delle emozioni. Bisogna proporsi liberi, rotti, bucati ma con la capacità di poter essere combattivi con il coraggio delle emozioni».