L’artista Jacopo Di Cera porta al MIA Photo Fair BNP Paripas di Milano la mostra ‘Sospesi’: la nostra intervista.

Dopo Roma, Sospesi di Jacopo Di Cera e Massimo Vitali – originale confronto tra stili fotografici e narrativi, ma anche tra visioni sociali complementari – prosegue il suo viaggio. Dal 20 al 23 marzo 2025 l’esposizione, infatti, è al MIA Photo Fair di Milano negli spazi di Maison Bosi. Curata da Serena Tabacchi, la mostra fa incontrare gli sguardi dei due fotografi contemporanei per esplorare l’identità collettiva attraverso l’obiettivo. Tra osservazione, riflessione e critica sociale.
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Se nella capitale il percorso espositivo ha preso forma in un contesto come quello di via Margutta, storica via degli artisti, la tappa milanese si inserisce nell’ambito della fiera di riferimento per la fotografia d’arte. Scelta che sottolinea la vocazione del progetto a mettere in connessione e dialogo approcci e inclinazioni differenti. La duplice visione di un’Italia sospesa tra passato e futuro, tra luoghi iconici e spazi vissuti, tra individualità e collettività, quotidianità ed eccezionalità.

“Con Sospesi abbiamo voluto portare a Milano una narrazione che fosse un dialogo tra me e Massimo [Vitali] sull’italianità”, ci racconta Di Cera. “Per creare un racconto che venisse anche dall’alto, nel caso del mio lavoro fotografico. Il dialogo con Massimo riguarda territori che abbiamo vissuto insieme, nel tempo e nello spazio, e che spesso hanno a che fare con il mare. È il caso, per esempio, della Versilia e di Rosignano Solvay, che entrambi abbiamo ritratto e raccontato”.
Sospesi, da Roma a Milano
“Inoltre – prosegue l’artista – ho voluto portare storie che mi affascinano profondamente e che riguardano tematiche come la montagna. Qui, la neve trasforma completamente il paesaggio: non più un terreno colorato come d’estate, ma un bianco che permette di semplificare, togliere, lasciando solo i soggetti, le azioni, le ombre. In particolare, mi affascina la neve notturna, che viene disegnata dalla luce, come nelle fiaccolate dell’ultimo dell’anno. In questi quadri, la luce stessa crea l’opera”.
Parola chiave di Sospesi, in piena coerenza con il tema 2025 di MIA Photo Fair, è dialogo. A tale proposito gli scatti di Jacopo Di Cera e Massimo Vitali ci restituiscono, come specchi, una narrazione bifronte. “Prendendomi l’onore di raccontare anche lo sguardo di Massimo, il suo è un punto di vista ‘diagonale’, quasi teatrale, con una profondità di campo importante: ci sono protagonisti, coprotagonisti e chi sta sullo sfondo”.

“Io, invece, scherzando, dico di avere il ‘punto di vista di Dio’, perché scatto dallo zenit, dal cielo. Il mio mondo è fatto di immagini schiacciate, senza prospettiva, in cui tutto è sullo stesso livello. Questo crea una sorta di democratizzazione sociale: chi sta sulla montagna e chi nella valle sono sullo stesso piano. Questa differenza di prospettiva è ciò che rende il nostro dialogo visivo così interessante. Entrambi raccontiamo la connessione tra persone e territori, le tradizioni italiane, i momenti sospesi nel tempo”.
Tra storie umane e sfide tecniche
“Sono innamorato delle storie italiane – confida ancora Di Cera – e negli ultimi anni, proprio con Sospesi, ho raccontato molte tradizioni del nostro Paese. Quella delle fiaccolate di Capodanno in montagna è una di queste: si tratta di un’usanza molto nostra, molto italiana, diffusa lungo tutto l’arco alpino. Poi c’è il Palio Marinaro dell’Argentario, una tradizione secolare nata dalla necessità di fuggire via mare all’arrivo dei corsari. Questa energia, questa forza della fuga è diventata una competizione tra rioni, e fotografarla dall’alto cambia completamente la prospettiva. La scena sembra quella di anime dannate che assalgono la barca di Caronte e la affondano”.
Un’immagine quasi dantesca, dunque, che può nascondere un cammin aspro e forte per la sua stessa realizzazione. “Dal punto di vista tecnico, il mio lavoro è molto diverso dalla fotografia tradizionale”, spiega l’artista. “Sembra banale, ma avere la fotocamera a 500 metri di distanza e 200 metri di altezza cambia completamente l’approccio. Io non vedo direttamente ciò che sto scattando, ma lo osservo attraverso uno strumento. Ci vuole tempo per abituarsi a questa visione e immaginare l’inquadratura”.


“Inoltre, non sempre è possibile utilizzare il drone: in alcune aree serve pianificare ogni dettaglio, chiedere permessi e rispettare restrizioni. Questo rende il mio lavoro meno immediato e più progettuale. Con gli anni, ho imparato a pianificare ogni volo, trasformando questa necessità in una parte fondamentale del mio processo creativo”.
La prossima tappa di Sospesi sarà la Art Dubai Week, dove Jacopo Di Cera presenterà anche “un’installazione selezionata per l’ingresso della fiera: 40 monitor che raccontano lo scioglimento dei ghiacciai. L’opera si chiama Retreat e mostra un ghiacciaio del Monte Bianco che si sta ritirando, mentre l’acqua continua a sciogliersi. Un’installazione, dunque, che ha un forte messaggio ambientalista per la quale i monitor utilizzati sono 100% sostenibili e completamente riciclati, in linea con il tema della sostenibilità dell’arte digitale presente in fiera”. Una nuova occasione per far dialogare passato, presente e futuro.
Immagini Courtesy dell’artista via HF4