La prima antologica europea dell’artista giapponese Yukinori Yanagi è ‘ICARUS’, un percorso per riflettere sull’arroganza umana e i rischi della tecnologia.

Dal 27 marzo al 27 luglio 2025, Pirelli HangarBicocca (Via Chiese 2) ospita ICARUS, la prima grande antologica europea di Yukinori Yanagi, artista giapponese tra i più influenti del panorama contemporaneo. Curata da Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli, la mostra porta nelle Navate e nel Cubo una selezione di opere iconiche degli Anni Novanta e Duemila insieme a creazioni più recenti, rielaborate per gli spazi milanesi. Un percorso che, come il mito di Icaro, invita a riflettere sull’arroganza umana, il nazionalismo e le contraddizioni della modernità. Tra simboli in dissoluzione e installazioni monumentali.

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È stato uno sforzo corale che ha richiesto tre settimane di allestimento”, spiega la co-curatrice Fiammetta Griccioli. In esposizione “opere dagli Anni Novanta a oggi, che mostrano tutta la pratica di Yanagi. In particolare, ICARUS riprende il mito per parlare dell’arroganza dell’essere umano e della sua eccessiva fiducia nella scienza e nel progresso. La selezione di opere è stata fatta proprio per narrare momenti storici, come le bombe atomiche sul Giappone. Ma anche disastri naturali, come quello di Fukushima, per ripensare al ruolo dell’uomo davanti a queste problematiche.

Yukinori Yanagi “ICARUS” Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2025 Primo piano: Article 9, 1994 Secondo piano: Project God-zilla 2025 The Revenant from “El Mare Pacificum”, 2025 ©YANAGI STUDIO Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio
Yukinori Yanagi, “ICARUS” Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2025.
Primo piano: Article 9, 1994
Secondo piano: Project God-zilla 2025 The Revenant from “El Mare Pacificum”, 2025
©YANAGI STUDIO Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto Agostino Osio

Nato a Fukuoka nel 1959 e residente sull’isola di Momoshima, Yanagi torna in Italia 32 anni dopo la 45ª Biennale di Venezia (1993), dove stupì il mondo con bandiere di sabbia disfatte da formiche vive. A Milano, l’artista ricontestualizza le sue opere più celebri, esplorando sovranità, globalizzazione e confini. Con uno sguardo che parte dalla storia del Giappone per toccare temi universali.

Le parole di Yukinori Yanagi

Sono molto felice di poter essere qui”, afferma l’artista accogliendo la stampa. “Devo dire che abbiamo fatto un lavoro molto intenso per questo spazio, che ringrazio di cuore”. Entrando, quindi, nel merito dell’allestimento, Yanagi ne evidenzia genesi e intenzioni fin dal titolo: “Secondo la mitologia Icaro creò delle ali con cui si avvicinò troppo al sole finendo per precipitar. Si tratta, appunto, di un mito ma possiamo applicarlo anche alla tecnologia e alla troppa fiducia in essa. Anche la tecnologia, infatti, è una sorta di mitologia.

La sollecitazione che la mostra vuole, dunque, proporre al visitatore è una riflessione sul modo in cui “l’essere umano affronta la tecnologia. ICARUS è un modo per raccontare come l’uomo si confronta con queste tecnologie. In questo senso, il Giappone ha avuto quattro gravi incidenti, dalle bombe atomiche agli esperimenti con la bomba a idrogeno (e i conseguenti problemi per la fauna ittica). Fino a Fukushima nel 2021. Queste esperienze ci devono far pensare a come affrontare le tecnologie che abbiamo realizzato considerando che, una volta scoperte, difficilmente ci si allontana da esse. Ma è necessario pensare alle responsabilità che abbiamo e al futuro.

Yukinori Yanagi Ritratto Foto Hideyo Fukuda
Yukinori Yanagi Ritratto Foto Hideyo Fukuda

Non è un caso, del resto, che l’esposizione si apra con Project Godzilla 2025 – The Revenant from “El Mare Pacificum”, installazione post-apocalittica dove l’occhio di Godzilla scruta fra detriti e sacchi di sabbia, evocando l’impatto delle armi nucleari. “Godzilla rappresenta lo spirito di coloro che sono morti a causa delle radiazioni atomiche in Giappone. Se ci pensiamo, Godzilla attacca sempre Tokyo, come se ne percepisse la colpa per l’uso del nucleare e si concentrasse su quella parte del mondo. Un riferimento – quello al mostro misterioso – che a Yanagi arriva dai ricordi d’infanzia così come i rimandi a Ultraman e Ultraseven. “Quando ero bambino amavo i programmi TV e i film con gli effetti speciali del tempo”, spiega l’artista. “Questi show affrontavano tematiche quali la radiazione atomica, l’inquinamento ambientale, il diritto alla difesa di se stessi e la discriminazione. Hanno avuto un grande impatto sul mio subconscio”.

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La mia arte – prosegue – si sviluppa da questo, perché ho assorbito contenuti che sono diventati il mio background da adulto. Sono icone nate dopo la guerra che rappresentano anche un aspetto culturale per la nostra società. Pensiamo agli alieni che aiutano i terrestri contro altri alieni o, appunto, a Godzilla, nato da un esperimento. In dialogo con la prima installazione, e a completamento della stessa – c’è Article 9 (1994), neon intermittenti che recitano la rinuncia alla guerra della Costituzione giapponese.

A seguire, la visita prosegue con il labirinto di Icarus Container 2025, che presenta versi di Yukio Mishima incisi su specchi, per un’esperienza immersiva che disorienta e affascina. Il percorso, infatti, si compone di diversi moduli di container che, nell’adattamento per gli spazi di Pirelli HangarBiccoca, sono connessi con la torre esterna e in dialogo con il cielo. “Mi piacciono molto gli spazi industriali come questo. – dichiara Yanagi – Lavorare qui mi ha entusiasmato e ne sono nate tante idee, una dopo l’altra. Sono luoghi che hanno uno spirito”.

Wandering as a permanent position

Il vagare come condizione permanente” è il filo rosso dell’intera poetica di Yukinori Yanagi, assorbita a Yale con maestri come Vito Acconci e Frank Gehry. “Questo concetto nasce dalla considerazione che l’uomo non è del tutto controllabile, continua a ponderare e a modificarsi con il suo stesso pensiero. Da qui, il confronto con le formiche, altro tema caro all’artista, che “hanno una struttura cerebrale di base e una vita sociale che potremmo definire perfetta. Senza rivoluzioni, senza preoccupazioni. L’errare delle formiche, in questo senso, è interessante da mostrare.

Proprio il Cubo, a fine percorso, ospita The World Flag Ant Farm 2025 (2025), già vincitore ad “Aperto 93” in occasione della 45. Biennale di Venezia. Duecento bandiere – realizzate con sabbia colorata in scatole di Plexiglas – rappresentano i 193 Stati riconosciuti dalle Nazioni Unite e 7 stati che non ne sono membri. A collegare tali scatole, tubi di plastica in cui migliaia di formiche si muovono febbrili erodendo lentamente confini e bandiere.

Yukinori Yanagi
The World Flag Ant Farm 2025, 2025
Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milan, 2025
©YANAGI STUDIO Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto Agostino Osio
Yukinori Yanagi, The World Flag Ant Farm 2025, 2025 / Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milan, 2025. ©YANAGI STUDIO Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto Agostino Osio

Tra le altre opere, infine, Hinomaru Illumination 2025, che dissolve la bandiera giapponese in uno specchio d’acqua, e Absolute Dud (2007), replica in ferro della bomba di Hiroshima, memoria muta di distruzione e abuso di potere. Il messaggio che l’artista giapponese comunica è, dunque, più forte che mai: occorre guardare dentro di noi per non soccombere alla tecnologia cieca.

In copertina: Yukinori Yanagi, Icarus Cell, 2008 – Corridoio in ferro, specchi, vetri smerigliati, video, suono.
Installazione permanente, “Hero Dry Cell”, Inujima Seirensho Art Museum, Okayama, Giappone, 2008
Foto Road Izumiyama – Collection of Fukutake Foundation, Naoshima

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