C’è un certo fascino nelle piccole botteghe, nell’artigianato ormai considerato vintage e nei vetri sbiaditi che, dalla strada, si affacciano su mondi inediti e lontani. Lo sa bene Mateusz Urbanowicz, artista polacco che ha dato nuova vita alle botteghe di Tokyo con i suoi acquerelli, svelando con il suo tratto la magia di luoghi incantati.
I suoi disegni li trovate nel volume Botteghe di Tokyo, edito da L’ippocampo. Un must have per gli amanti della cultura nipponica (e non solo). Tokyo è una città moderna, ricca di contrasti e di fragili equilibri tra spiazzante modernità e angoli antichi, impolverati nei ricordi e nelle immagini.
Mateusz Urbanowicz a Tokyo vive ormai da parecchi anni. Il suo lavoro sulle botteghe della capitale giapponese nasce nel 2016 con dieci tavole ad acquerello. I disegni ottengono un grande successo, finiscono su giornali e riviste, circolano in televisione. E Mateusz decide quindi di approfondire il suo lavoro di scoperta, completando la serie con quaranta nuove botteghe, esplorandone le varianti architettoniche nei vari quartieri tokyoti.
Le Botteghe di Tokyo tra nostalgia e scoperta
Nella versione de L’ippocampo questi piccoli gioielli vengono presentati con un testo bilingue (italiano e giapponese) e un’utilissima appendice ne rivela la tecnica dell’artista, con uno sguardo indiscreto che arriva nel suo atelier. Botteghe di Tokyo gronda della passione di Urbanowicz, nato in Slesia in Polonia e poi volato a Kōbe per studiare il cinema d’animazione. La sua passione per le botteghe nasce da un soggiorno quasi casuale a Takashimadaira. Lì per i giapponesi non c’è «nulla da vedere». «Per me, invece – scrive Mateusz nell’introduzione – quei luoghi furono una straordinaria fonte d’ispirazione».