Quattro chiacchiere con Matteo Bussola sulla nascita di ‘Manga Issho’ e su ‘La ragazza che faceva comparire il mondo’.
È un momento storico per il manga europeo, e lo diciamo senza troppi fronzoli: il 25 marzo è infatti uscito il primo numero di Manga Issho, pubblicazione che unisce le forze creative di quattro rinomati editori di tutta Europa: Star Comics (Italia), altraverse (Germania), Kana (Francia e Belgio) e Planeta Cómic (Spagna). La rivista – che uscirà trimestralmente e sarà pubblicata contemporaneamente nei quattro Paesi (nelle rispettive lingue nazionali) – conterrà storie dei migliori autori di global manga europei.
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Tra questi – nel primo numero di Manga Issho – spicca Matteo Bussola, autore per l’occasione di una storia davvero particolare, disegnata magistralmente da Fausto Chiodoni. Di questa storia – e dell’importanza di una rivista europea dedicata ai manga – ne abbiamo parlato proprio con Bussola.

Manga Issho: intervista a Matteo Bussola
Ciao Matteo, esce finalmente Manga Issho: qual è secondo te la vera forza di questo progetto editoriale che unisce editori di quattro paesi differenti?
«Direi che, per come la vedo io, i suoi principali punti di forza sono, in primo luogo, che unisce non tanto gli editori (che pure sono utilissimi, anzi indispensabili, e non sarò mai abbastanza grato a Star Comics per avermi coinvolto), ma unisce gli artisti di quattro paesi differenti. Unisce la loro voglia di raccontare, i loro immaginari, ma soprattutto permette loro di avere una gigantesca opportunità di espressione e – in alcuni casi, trattandosi di giovani o giovanissimi – anche di crescita professionale.
Non parlo tanto della famigerata visibilità che una vetrina come Manga Issho è in grado di offrire (addirittura internazionale), ma parlo della possibilità di pubblicare per grandi editori e soprattutto del fatto che una misura come quella delle storie di Issho (20 pagine o poco più) può permetterti di esprimere il tuo meglio e può diventare, magari, un domani, una rincorsa o un trampolino verso misure più lunghe.
In secondo luogo, per i lettori invece, Manga Issho rappresenta la possibilità di poter leggere in un’unica rivista un mucchio di storie differenti per genere e tematiche, accomunate solo – se così possiamo dire – da un approccio linguistico, dato che il manga, per tutti gli autori e le autrici che partecipano a Issho, non è una moda, non è un trend, non è un vestito, ma è la grammatica all’interno della quale sono nati, è il loro sguardo sul mondo. Insomma: i mangaka, oggi, abitano anche qui. Infine, la forza del progetto sta proprio in quel Issho, cioè insieme. Un collettivo di autori accomunati dall’amore per uno specifico linguaggio. In grado di dar vita, insieme, a un prodotto finale che mi sembra di molto superiore alla semplice somma delle parti».
La ragazza che faceva comparire il mondo: la storia di Matteo Bussola su Manga Issho
Come nasce la storia La ragazza che faceva comparire il mondo?
«La ragazza che faceva comparire il mondo nasce dalla volontà di provare a raccontare in una breve storia lo spaesamento e l’isolamento ai quali sono sottoposte le nuove generazioni, oltre che la difficoltà di vivere senza essere mai davvero visti, cioè essendo guardati sempre attraverso il filtro delle aspettative degli altri (che siano amici, parenti, genitori) o attraverso quello degli standard fisici o performativi che la società ci impone.
Mi piaceva l’idea di un racconto lieve che fosse una specie di ricognizione nella vita di un ragazzo come tanti: pessimo rapporto con i genitori, lavoro che non ama, vita in una città sostanzialmente alienante, nessun legame sentimentale, e provare a creare, soprattutto attraverso i magistrali disegni di Fausto, questa sensazione di vivere in questa specie di vuoto in cui ci si sente invisibili. Per poi tornare alla vita attraverso lo sguardo di qualcuno che ci colpisce. Che poi se vogliamo è un modo per dire che è sempre lo sguardo di chi ci piace, o di chi ci ama, a darci realtà e a tenerci insieme. Il tutto, raccontato con pochissimi testi, ragionando invece molto su montaggio e inquadrature e silenzi. Che poi è un approccio che adoro e che ho mutuato da alcuni dei miei mangaka preferiti di sempre. Su tutti direi: Adachi Mitsuru».
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Come hai lavorato con Fausto Chiodoni?
«Lavorare con Fausto è stato assai stimolante innanzitutto perché apparteniamo a generazioni differenti. Quindi ognuno ha portato la sua diversa sensibilità nella storia. Anche se devo dire che nonostante gli anni di differenza abbiamo gusti e approcci abbastanza simili, insomma ci siamo capiti al volo. E se La ragazza che faceva comparire il mondo è riuscito così bene è soprattutto merito della grande capacità espressiva ed emotiva di Fausto, dal quale sono pronto a scommettere che potremo aspettarci grandi cose in futuro».

Matteo Bussola e il ritmo delle storie
Manga Issho ti permette in qualche modo di realizzare una storia seriale, a puntate: è un incipit che ti stimola?
«Non mi ha stimolato ma ne ho tenuto conto, a maggior ragione dato che, nel mio caso, questa storia è stata pensata come autoconclusiva. Il fatto, poi, che ogni storia si confronti necessariamente con una misura, con un passo, con un ritmo, è fisiologico. Diversamente dalla scrittura di un romanzo, in cui non esiste limite di pagine (o meglio: in cui il limite di pagine lo decide l’autore), la misura è invece una delle caratteristiche fondative del linguaggio del fumetto, che è da sempre pensato per essere contenuto in formati e foliazioni specifici (dalle strip, ai comic book, al formato bonellide, all’albo francese, al tankobon giapponese o, appunto, al formato breve della rivista).
Nascendo poi come scrittore di racconti, la misura breve non mi spaventa. Anzi, in un certo senso mi esalta: è il mio passo naturale, il mio respiro, forse la postura narrativa che preferisco. L’aspetto seriale, invece, mi tenta per il futuro, dato che ho diverse idee che mi ronzano in testa per future storie. Vedremo che succederà».
Musica e futuro
C’è un riferimento musicale che non posso ignorare: il protagonista ascolta NULLA (non ci ho capito), una scelta bellissima e interessante. Ti va di dirmi qualcosa?
«Mi piaceva e mi piace l’idea che i giovani protagonisti delle mie storie vivano nel mondo e sperimentino gusti musicali anche molto lontani dai miei, che sono un vecchio barbogio, quindi che ascoltino cantanti o canzoni forse sconosciute ai più. NULLA (non ci ho capito) è una canzone di un giovane cantautore di Lodi, Andrea Occhipinti in arte OCCHI, che avevo conosciuto in trasmissione a Radio 24.
La sua canzone parla esattamente dei desideri e delle aspirazioni del protagonista. Mi è sembrato perciò bello e naturale fargliela ascoltare mentre si sposta in bici per le vie di Milano. Questo poi è, se vogliamo, anche un aspetto programmatico. Insomma, una scelta che ritroverete anche nelle mie future storie. Mi piacerebbe che le colonne sonore fossero sempre di giovani o giovanissimi autori ancora poco conosciuti».
Manga Issho dimostra che l’Europa è pronta a dire la sua nel mondo dei manga: come vedi il panorama europeo in questo senso?
«Lo vedo ricco, vibrante, vitale, pieno di artisti bravissimi ancora tutti da scoprire, nativi del linguaggio e dei codici del manga, cresciuti leggendo/vedendo quelle storie, e con un sacco di voglia di raccontare con sguardi nuovi e interessanti. Insomma, ho la certezza che questo sarà solo l’inizio e che ne vedremo delle belle».