Nel caldo di una Lecce di pieno luglio, nel bellissimo monastero degli Olivetani, siamo presenti alla mostra “Shahr-i Sokhta. Quando il mito diventa storia”, un evento organizzato da Unisalento che racconta, attraverso 141, il lavoro sullo scavo archeologico condotto dal team italiano guidato dal professor Enrico Ascalone insieme al gruppo di ricerca iraniano guidato dal professor Mansur Sajjad.

Nell’evento incontriamo un ospite d’eccezione l’Ambasciatore dell’Iran Mohammed Reza Sabouri a cui rivolgiamo una domanda sul ruolo dell’archeologia nelle relazioni diplomatiche. Riportando l’intervista integrale di seguito.

“Come sappiamo la storia delle relazioni diplomatiche tra l’Iran e l’Italia risale a 160 anni fa. Il rapporto culturale, le relazioni culturali tra due Paesi hanno una storia più che millenaria, però la documentazione che riguarda gli accordi tra le due nazioni risale a 160 anni fa. Il motivo più importante dell’inizio dei rapporti culturali tra i nostri due Paesi è perché tutti i due Paesi godono di una ricca e lunga civiltà. Sono due fra le più grandi civiltà dell’uomo nel mondo. Oggi siamo all’apertura di una mostra che documenta una piccola parte di questa grande civiltà persiana, che riguarda il sito di Shahr-I Sokhta, che ha una storia di 5000 anni. 

Questa esposizione racconta la vita sociale e la vita culturale degli abitanti di questa zona di 5000 anni fa. E per noi è un grande onore poter presentare questa parte della civiltà persiana agli italiani. Le collaborazioni culturali hanno il loro messaggio: la pace, la convivenza, l’amicizia sono dei fattori molto importanti che nascono proprio dal dialogo culturale tra due Paesi. Le collaborazioni culturali vuol dire che ci sono delle relazioni; costituiscono la base delle relazioni tra due nazioni. E il primo passo è far in modo che i due Paesi si conoscano reciprocamente; possono imparare uno dell’altro le cose più importanti.

La cultura secondo me è proprio il popolo, è la nazione: più si avvicinano i popoli, e le nazioni, e le culture anche si avvicinano. I governi politici sono di passaggio, vengono, vanno però è la cultura che rimane. Perciò più collaboriamo nell’ambito culturale più abbiamo aiutato il popolo di due nazioni e le affinità culturali tra due Paesi sono tante. Basta collaborare concentrarsi su questa affinità culturali che costituiscono la base delle relazioni tra due Paesi anche per diversi anni.

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La relazione culturale racchiude dentro sé diversi elementi, dalla cucina, allo sport, alla tradizione, musica, cinema. Tutti questi rientrano nelle relazioni culturali. Più le relazioni vengono rafforzate, più la conoscenza reciproca di due nazioni incrementa. Lo stesso vale per le relazioni scientifiche: costituiscono una grande parte delle relazioni culturali tra due Paesi.

Il contributo dell’Iran nell’ambito della scienza è un grande patrimonio. Abbiamo avuto gli scienziati come Avicenna: ancora i suoi studi vengono insegnati nelle università. Abbiamo dei filosofi che sono molto importanti, come i filosofi greci, e le opere della filosofia persiana ancora oggi sono molto conosciuti e vengono studiati nelle università. Per esempio, in questa mostra si parla anche dell’irrigazione che 5000 anni fa gli abitanti di questa zona utilizzavano per risparmiare l’acqua che in questo sistema oggi può essere adottato tranquillamente nonostante abbia 5000 anni di storia.

Per me è veramente un grande onore che in questi ultimi decenni le relazioni scientifiche tra l’Iran Italia sono state incrementate tanto. Ci sono dei docenti iraniani che insegnano nelle università italiane e viceversa; per non parlare degli studenti. Ci sono migliaia di studenti iraniani che studiano nelle università italiane. E devo dire che la maggior parte, quasi tutte le università italiane, hanno degli accordi scientifici con le università iraniane e vengono svolti diversi progetti in comune tra le università. Il risultato di queste ricerche, di studi congiunti tra le università, è una cosa che vediamo oggi, che vengono presentati questi risultati di queste ricerche al mondo scientifico.

Questa mostra è un risultato dell’attività scientifica e collaborazione scientifica tra l’Università di Salento e le università iraniane. Questo è un aiuto per promuovere la conoscenza dei popoli sia iraniano che italiano alla cultura persiana. E questo risultato di attività scientifica che ha fatto l’Università del Salento in Iran può essere presentato a livello internazionale, a tutto il mondo. Italiano. Uno dei nostri obiettivi principali, come Ambasciata dell’Iran a Roma, è promuovere queste relazioni accademiche. Abbiamo sempre comunicato la nostra piena disponibilità per sostenere questi accordi e queste collaborazioni scientifiche. Come avevo accennato, la cultura è come un ponte tra le culture,  in cui ognuno di noi deve fare quel che può fare per rafforzare e costruire questo ponte.”