Dal 21 settembre, Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospita la prima mostra dedicata all’artista dalla sua scomparsa nel 2021.

Fondazione Palazzo Magnani annuncia la prima retrospettiva dedicata a Luciano Bertoli, artista reggino scomparso nel 2021, che sarà ospitata nella sede di Palazzo da Mosto (Via Giovanni Battista Mari 7, Reggio Emilia) dal 21 settembre al 24 novembre 2024. Con la curatela di Martina Corgnati, Frattempo. Le curve di Mandelbrot si concentra sulla serie omonima creata da Bertoli a partire dagli anni Novanta, mai esposta al pubblico e custodita dagli eredi nel suo futuristico studio-abitazione vicino al Castello di Canossa.

Luciano Bertoli
Luciano Bertoli / Locandina da Ufficio Stampa

Le opere in mostra evidenziano l’interesse di Bertoli per le scienze esatte influenzato dal concetto matematico scoperto dal fisico polacco Benoît Mandelbrot che ha influenzato profondamente Bertoli. Pur evitando la riproduzione diretta dei frattali, l’artista ha creato un universo visivo ispirato a essi, ricco di elementi organici e tattili.

“Una serie di opere misteriosa, materica e colorata”, spiega Corgnati. “Fondi densi e spessi, dall’apparenza gelatinosa e mobile”. Su di essi “galleggiano corpi ameboidi e in cui si dischiudono bolle che rivelano spazi intrinseci, oscuri, da cui emergono corpi tondeggianti altrettanto molli, spesso prominenti. Non vere e proprie macchie ma globuli organici, come di mondi in formazione”.

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Immagini come pura intuizione

Lo stesso Luciano Bertoli, a proposito del progettoMandelbrot  ebbe a dire: “Le mie immagini sono frutto di pura intuizione, di auscultazione matematica, inventate da un visionario che ama la fisica quantistica. Visualizzando ciò che si può soltanto intuire, immaginare, cioè l’origine dell’universo della meccanica quantistica di Niels Bohr e Max Planck. Esteticamente ho accentuato la coloristica, le vibrazioni, la spazialità, tutto ciò che rimane inesplorato se non dall’occhio-mente”.

Luciano Bertoli
Luciano Bertoli, Frattempo. Le curve Mandelbrot, 1997, olio su tavola, 100 x 100 cm, Proprietà dell’autore © Carlo Vannini / Immagine da Ufficio Stampa
Luciano Bertoli
Luciano Bertoli, Cinque elementi spazio temporali, 2015, olio su tavola, 90 x 105 cm © Carlo Vannini / Immagine da Ufficio Stampa

Il percorso espositivo include anche una sezione dedicata alle opere precedenti di Bertoli con dipinti, sculture, grafiche, disegni e assemblaggi. Negli anni Settanta e Ottanta, l’artista ha infatti esplorato temi come paesaggi ibernati, costruzioni autogeneranti, animali meccanici e città ideali, dimostrando una continua curiosità per le macchine e la tecnica.

Combinando fantasia e rigore ingegneristico, Bertoli ha anticipato aspetti della chirurgia, informatica, cibernetica e medicina, rendendo l’arte uno strumento per comprendere e proiettare intuizione e intelligenza verso il futuro. Martina Corgnati osserva, a tal proposito, che l’arte di Bertoli è “uno strumento per essere nel tempo, nel proprio tempo, come ponte per proiettare intuizione e intelligenza verso il mondo e l’universo e le sue leggi”.

Luciano Bertoli
Luciano Bertoli, L’ombra di Leonardo, 1975, inchiostro, acquerello, collage e combustione su carta, 28,5 x 20 cm circa © Carlo Vannini / Immagine da Ufficio Stampa

La retrospettiva è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, con un testo critico della curatrice. Una pubblicazione che offre un ulteriore approfondimento sull’opera e la visione artistica di Luciano Bertoli.

Dettagli della mostra

LUCIANO BERTOLI. Frattempo. Le curve di Mandelbrot
A cura di Martina Corgnati

Palazzo da Mosto
Via Giovanni Battista Mari 7, 42121 Reggio Emilia
21 settembre – 24 novembre 2024

Catalogo Silvana Editoriale con testo critico di Martina Corgnati

Immagini da Ufficio Stampa

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