Gibellina, incontro con il co-fondatore Giulio Ippolito tra origini e aneddoti della Fondazione

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Nascosta nell’entroterra siciliano raggiungiamo Gibellina, uno di quei luoghi che non ti aspetti. Una città distrutta nel 1968 dal catastrofico terremoto del Belice, che negli anni ‘80 iniziò a risorgere in un modo unico, trasformandosi in un grande laboratorio a cielo aperto in cui si riunirono i principali nomi del panorama artistico internazionale dell’epoca.
Oggi infatti è possibile imbattersi dietro ogni angolo di questa località in capolavori di Pietro Consagra, Isgrò, Arnaldo Pomodoro, Alberto Burri. Ma per immergerci davvero nella storia di questo luogo di rinascita e nella sua arte, raggiungiamo il suo cuore pulsante: La Fondazione Orestiadi, gioiello culturale e tappa ideale per ogni amante del contemporaneo.

Fondazione Orestiadi, residenze artistiche che hanno cambiato il volto di Gibellina

Nata grazie all’impegno e alla lungimiranza del senatore Ludovico Corrao, questa istituzione è profondamente intrecciata con la rinascita di Gibellina dopo il devastante terremoto che la distrusse. E lo scopriamo attraverso i racconti di Giulio Ippolito, co-fondatore della Fondazione Orestiadi, che collaborò a stretto contatto con Corrao, svolgendo un ruolo fondamentale nella trasformazione dei detriti in simboli di speranza e rinnovamento.

Per incontrare Ippolito ed entrare nel Museo dove sono conservate tele e installazioni di artisti del calibro di Mimmo Rotella, Renato Guttuso, Mario Schifano, dobbiamo attraversare il piazzale dedicato all’annuale rassegna di spettacoli e rimanere colpiti dalla suggestiva e monumentale opera “Montagna di Sale” di Mimmo Paladino il cui bianco abbagliante viene esaltato dalla giornata di sole estivo e dal cielo terso che gli fa da cornice.

“Sono tanti i contributi artistici che mi sono rimasti impressi perché sono stati tutti formativi” racconta Ippolito. “La prima mostra che abbiamo fatto a Gibellina è stata con Pietro Consagra – Città Frontale”. Alberto Burri invece progettò un gigantesco monumento “il Cretto di Burri”, che ripercorre vie e vicoli della vecchia città sulle sue rovine, “Burri non prendeva l’aereo ed è venuto con la macchina da Roma fino a Gibellina”. Continuando a ripercorrere i ricordi, Giulio Ippolito menziona anche di Mario Schifano, invitato a Gibellina nell’84. “Lo abbiamo ospitato che era appena uscito dal carcere.  Per lui è stata una parentesi felicissima perché qui a Gibellina ha concepito il figlio, quindi era di una felicità alle stelle e ha realizzato tutte le opere con i bambini della scuola elementare”.  

La Fondazione Orestiadi “era una vecchia masseria acquisita e restaurata dal Comune per essere affidata alla Fondazione allo scopo di istituire un Museo, sede di tutte le attività culturali de Comune di Gibellina”, spiega Ippolito.

Il nome Orestiadi rimanda alla tragedia di Eschilo, sottolineando il legame tra le radici classiche della Sicilia e l’arte moderna. Ogni anno, la fondazione organizza il Festival delle Orestiadi (https://www.fondazioneorestiadi.it) un evento di rilevanza internazionale che attira artisti, studiosi e appassionati di cultura da tutto il mondo. Il festival include spettacoli teatrali, mostre, concerti e conferenze, trasformando ogni anno Gibellina in un rinomato vivace centro di attività culturali d’eccellenza. Rimaniamo colpiti per il numero e lo spessore degli artisti che qui hanno creato le loro opere, come Bob Wilson, Peter Stein, Thierry Salmon, Emir Kusturica, Eimuntas Nekrosius, Philip Glass, Goran Bregovic, Raul Ruiz, Roberto Andò, Théâtredu Soleil, Amos Gitai, e negli ultimi anni alcune tra le compagnie più interessanti del panorama contemporaneo.

Salutiamo la Fondazione Orestiadi e la magia dei suoi spazi associandoci alle parole di Giulio Ippolito: “chi ama l’arte contemporanea si perde qualcosa di speciale non venendo qui”.

Revenews