A poco più di trent’anni dalla scomparsa di Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Reggio Emilia, 1992), il MASI Lugano celebra il fotografo italiano con una mostra di grande importanza. Vero e proprio pioniere, Ghirri ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura visiva degli Anni Settanta e Ottanta, con un corpus di opere unico nel panorama europeo.
Il progetto espositivo al MASI esplora nello specifico il tema del viaggio, sia reale che immaginario, attraverso una selezione di circa 140 fotografie a colori, dagli Eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello CSAC di Parma. Un tema caro all’artista sin dagli esordi e declinato dalle “avventure minime” delle gite domenicali fino alle mete turistiche più gettonate. Ne deriva un’indagine tra natura e sociologia attraverso fotografie di mappe, atlanti, pubblicità turistiche e cartoline.
La mostra al MASI comprende un allestimento tematico che invita i visitatori a esplorare liberamente le connessioni tra le immagini e i pensieri che esse evocano. E l’approccio rispecchia esattamente la visione di Ghirri, che concepiva la fotografia come un viaggio continuo che prevede la partecipazione attiva e critica dell’osservatore. Al termine della visita, poi, i visitatori sono incoraggiati a ripercorrere l’esposizione anche a ritroso, seguendo quelli che Ghirri definiva gli “strani grovigli del vedere”.
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Il percorso espositivo
Tra le prime immagini in mostra, gli scatti realizzati durante brevi viaggi nelle città dell’Emilia-Romagna e della Svizzera. Si tratta per lo più di manifesti e cartelloni pubblicitari che trasportano esotici scenari alpini o marini in contesti urbani. Si prosegue, quindi, con la serie In Scala, realizzata nel parco a tema Italia in Miniatura a Viserba (Rimini) tra il 1977 e il 1985. Qui Ghirri esplora la fascinazione per la duplicazione della realtà, rappresentata in miniature di celebri monumenti italiani.
Una parte significativa della mostra è dedicata poi alle fotografie che ritraggono persone in vacanza. Immagini di tranquilla serenità che catturano momenti apparentemente insignificanti ma carichi di significato, come la pallina da tennis posata sull’orizzonte in una spiaggia corsa. La sezione Viaggi in casa include la serie Atlante (1973), in cui Ghirri riprende dettagli ravvicinati delle mappe del suo atlante, simbolo di tutti i viaggi possibili. Accanto a queste, la serie Identikit (1976-1979) offre un autoritratto indiretto del fotografo, attraverso immagini dei suoi libri, dischi e souvenir.
Negli anni Ottanta, Ghirri ha infine viaggiato in tutta Italia per realizzare servizi fotografici su commissione, utilizzando una macchina fotografica di medio formato per catturare con maggiore profondità e vivacità cromatica panorami sia tradizionali che insoliti.
Luigi Ghirri. Viaggi
Fotografie 1970-1991
8 settembre 2024 – 26 gennaio 2025
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano
Sede LAC
A cura di James Lingwood
coordinamento del progetto Ludovica Introini
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo (MACK), disponibile in due edizioni separate (italiano e inglese), con testi di Tobia Bezzola, James Lingwood e Maria Antonella Pelizzari.
Immagini Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri