Una mostra dedicata all’Art Brut racconta la visione di Jean Dubuffet e porta in Italia l’energia creativa degli artisti marginali, in collaborazione con la Collection de l’Art Brut di Losanna.
Nel cuore della Parigi del dopoguerra, lontano dai musei e dai salotti eleganti, prende vita una nuova visione dell’arte: l’Art Brut. Letteralmente un’arte “grezza”, pura e senza filtri, che, secondo il suo ideatore, l’artista e teorico francese Jean Dubuffet, non è affatto dilettantistica. Questa è l’arte dell’istinto e dell’anima, una forma espressiva libera dalle regole, dall’accademismo e dalle convenzioni. È l’arte di chi non ha frequentato scuole, ma trae ispirazione dai sogni e dalle visioni.
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Dubuffet collezionava opere di artisti autodidatti e marginali, capaci di oltrepassare i confini convenzionali per raccontare il mondo in modi inediti, usando idee non comuni e materiali semplici e non tradizionali.

Questa scelta di Dubuffet, di supportare un’arte fuori dagli schemi e dal sistema ufficiale, portò nel 1976 alla fondazione della Collection de l’Art Brut a Losanna, inaugurata grazie alla donazione del suo archivio iniziata nel 1945. La Collection de l’Art Brut si è ampliata fino a oggi, diventando un punto di riferimento globale. In Italia, l’interesse è in crescita grazie a critici e storici, ma il concetto di Art Brut rimane ancora poco conosciuto al grande pubblico.
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L’esposizione al Mudec
La mostra Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider, fino al 16 febbraio 2025 al Mudec, vuole avvicinare il pubblico italiano a questa corrente dirompente, la cui influenza si riflette nell’arte contemporanea. Tra oltre 70 opere provenienti dal museo svizzero figurano pezzi “storici” di maestri come Aloïse Corbaz, Adolf Wölfli, Émile Ratier e l’italiano Carlo Zinelli.
Curata da Sarah Lombardi, direttrice della Collection de l’Art Brut, da Anic Zanzi e dal curatore Baptiste Brun per la sezione Dubuffet, l’esposizione è strutturata in quattro sezioni. La prima è dedicata a opere e documenti di Jean Dubuffet, ripercorrendo l’invenzione del concetto di Art Brut. A seguire, poi, le opere raccolte da Dubuffet fino al 1971 mostrano la profondità delle sue ricerche. Le ultime due sale espongono lavori ispirati a temi di corpo e credenze, realizzati da autori internazionali e in risonanza con le collezioni del Museo delle Culture di Milano.

Per facilitare l’esperienza, la mostra include un’audioguida gratuita scaricabile in app, che offre una visione approfondita delle opere grazie ai commenti di Jean Dubuffet e di altri artisti di Art Brut. A completare il percorso, il catalogo ufficiale “Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider” è disponibile nel bookshop della mostra e online.
Realizzata da 24 ORE Cultura in collaborazione con la Collection de l’Art Brut e promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra vanta il patrocinio del Consolato Generale Svizzero a Milano e la partecipazione di Fondazione Deloitte come Institutional Partner.
Immagine di copertina: Jean Dubuffet, Vita Pastorale II, 1964
Tecnica: Olio su tela / Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma. Dono di Lorenza Trucchi / Crediti fotografici: Silvio Scaffoletti Jean Dubuffet: © Jean Dubuffet by SIAE 2024 da ufficio stampa