‘Il Tempo del Futurismo’ è più di una mostra: un invito a rileggere il presente attraverso le lenti visionarie di Marinetti, Balla e Boccioni.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la mostra Il Tempo del Futurismo, un viaggio unico che celebra l’eredità del movimento futurista, dalla sua nascita fino alle connessioni con il nostro presente tecnologico e sociale. Dal 3 Dicembre al 28 Febbraio un appuntamento anticipato da molte polemiche e da una grandissima attesa. Si è parlato di centinaia di opere, oltre seicento per poi correggere il tiro, passare sotto l’osservazione dei media e chiudere col la giornata di oggi, la presentazione della mostra.
Dopo averla vista possiamo dire che la mostra Il Tempo del Futurismo è semplicemente bellissima. Una mostra magistralmente curata da Gabriele Simongini e fortemente voluta dall’ex. Ministro della Cultura Sangiuliano.
Eredità visionaria del Futurismo
Il Futurismo, nato all’inizio del Novecento con figure come Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla e Umberto Boccioni, ha segnato una rottura radicale con il passato. La mostra mette in luce come i futuristi abbiano anticipato temi oggi centrali, come il rapporto tra uomo e macchina, la velocità, e l’idea di una società immersa in una rete globale di connessioni.
Come dichiarava Boccioni nel 1914: «Noi futuristi siamo i soli primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata». Parole che sembrano risuonare oggi in un mondo dominato dall’intelligenza artificiale e dalle tecnologie immersive.
Innovazione tra arte e scienza
La mostra propone un dialogo tra le opere dei futuristi e strumenti tecnologici dell’epoca, provenienti dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Dai manifesti di Balla e Boccioni agli idrovolanti come il Macchi Castoldi Mc 72, simbolo dell’evoluzione tecnologica, emerge l’entusiasmo futurista per la modernità e l’idea che la macchina potesse ridefinire l’essenza umana.
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La sezione dedicata alla aeropittura, ad esempio, mostra come i futuristi abbiano esplorato nuove prospettive visive, anticipando modalità oggi comuni come le visioni satellitari e l’uso dei droni. Un contributo importante è dato da collezionisti privati che tramite l’intermediazione di gallerie, come la Galleria Russo, hanno permesso l’esposizione di opere diversamente inaccessibili.
Un nostro video è dedicato proprio alla polemica nato intorno al ruolo della Galleria Russo e di Fabrizio Russo, un video che chiarisce l’intervento teso semplicemente a garantire un anonimato dei collezionisti e a consentire di realizzare una mostra senza precedenti.
Un movimento che parla ai giovani
Uno degli obiettivi della mostra è avvicinare le nuove generazioni al Futurismo, spesso conosciuto solo attraverso frammenti scolastici. Marinetti stesso sottolineava l’importanza di incoraggiare i giovani a osare e innovare, un messaggio che resta attuale.
Attraverso dieci sezioni tematiche, che spaziano dal cinema all’architettura, la mostra non solo celebra il passato ma invita a riflettere sull’impatto duraturo del Futurismo sulla nostra quotidianità.
La bellezza della velocità
Tra i pezzi più evocativi, spiccano l’automobile Fiat Record Chiribiri del 1913 e la Maserati del 1934, testimoni dell’entusiasmo futurista per la velocità e la tecnologia. La frase di Marinetti «l’automobile ruggente […] più bella della Vittoria di Samotracia» trova una rappresentazione concreta in queste opere, che uniscono estetica e innovazione.
Un Futurismo per il futuro
Il Tempo del Futurismo è più di una semplice celebrazione storica: è un invito a rileggere il presente attraverso le lenti visionarie di Marinetti, Balla e Boccioni. Come scriveva Marinetti, «il futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana», una rivoluzione ancora in corso.
La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio, offrendo un’occasione imperdibile per esplorare il dialogo tra arte, scienza e tecnologia che il Futurismo ha avviato oltre un secolo fa.
Immagini da Ufficio Stampa, crediti indicati
In copertina: Gerardo Dottori, Trittico della Velocità – L’arrivo, 1925-27, olio su tela
courtesy Comune di Perugia – Museo civico di Palazzo della Penna, ph. Comune di Perugia