Villa Héritage, firmata dal designer Pierre-Yves Rochon, emerge come un’ode alla bellezza e al tempo al Salone del Mobile 2025, inserendosi nel percorso espositivo A Luxury Way dei padiglioni 13-15, in programma dall’8 al 13 aprile a Fiera Milano, Rho. Ispirata alla Venezia di Luchino Visconti, alle note di Gustav Mahler e alle serre ottocentesche, questa installazione va oltre il semplice spazio: è un rifugio che invita a riflettere sull’abitare e sull’arte.
“L’eredità non è un vincolo; è una fonte di libertà”, afferma Rochon. “Comprendere e padroneggiare il lascito del nostro mestiere ci fornisce gli strumenti per reinventare e superare i confini del design. Villa Héritage celebra questa dinamica tra storia e creatività contemporanea e coinvolge tutti i sensi, offrendo un’esperienza in cui luce, texture e suono si uniscono per creare emozione”. Qui, il design diventa un linguaggio universale, un dialogo tra passato e futuro che si manifesta in una scenografia multisensoriale di luci, colori, volumi e materiali.
All’ingresso, una scultura femminile contemporanea accoglie i visitatori, mentre le fotografie di Massimo Listri catturano la grandeur dei palazzi italiani, giocando con luci e ombre. Terracotta e pietra serena definiscono un’atmosfera raffinata, un equilibrio tra tradizione e modernità che pone domande profonde: come gli spazi influenzano le emozioni? Più avanti, il Salone Rosso celebra la teatralità con un rosso intenso che richiama i teatri d’opera.
Al centro, un abito de La Traviata di Visconti, indossato da Maria Callas e ricreato dagli allievi dell’Accademia della Scala, si affianca a tessuti Luigi Bevilacqua, testimoni di un savoir-faire veneziano senza tempo. Ogni elemento, dall’arredo contemporaneo ai pezzi museali, respira un’eleganza che attraversa le epoche.
Il Giardino d’inverno, ispirato alle serre del XIX secolo, chiude questa prima parte del viaggio. Passamanerie strutturali e un lampadario in vetro di Murano narrano di natura e tradizione, mentre divani classici con tessuti moderni incarnano il dialogo tra ieri e oggi. Villa Héritage non si limita a essere osservata: si vive, si respira, si ascolta, offrendo un’esperienza che interroga il valore dell’eredità come libertà creativa.
Villa Héritage: stanze che raccontano storie di design, arte e materia
Il cuore di Villa Héritage pulsa nelle sue stanze, ciascuna capitolo di una narrazione che intreccia arte, design e memoria. La Sala da pranzo, avvolta in un blu profondo, evoca il mare e le rotte commerciali, con influenze asiatiche e indiane reinterpretate in mobili e decorazioni. Un arazzo fiammingo del XVII secolo domina lo spazio, le sue decorazioni lussureggianti in dialogo con chinoiserie e motivi esotici, raccontando di incontri tra culture.
La Biblioteca, nei toni prugna, celebra invece il sapere: un altro abito di La Traviata, disegnato da Lila De Nobili per Maria Callas e riprodotto dall’Accademia della Scala, si affianca a figurini e fotografie d’atelier, simboli di un artigianato che si rinnova senza perdere la sua essenza.
Ecco, poi, la Camera da letto, immersa nel bianco, trasforma il colore in architettura invisibile. Le immagini di Morte a Venezia di Visconti alle finestre e l’Adagio di Mahler nell’aria creano un’atmosfera onirica, amplificata da un lampadario in porcellana che rifrange la luce. Il Bagno, con una parete di specchi Arte Veneziana, gioca con i riflessi, mentre una vasca anni ’30, premiata per sostenibilità, unisce funzionalità e scultura. Ogni spazio è un invito a esplorare come il design possa emozionare e lasciare un’impronta nella memoria collettiva, trasformando la materia in un codice percettivo.
Il Salone della Musica offre una pausa contemplativa, dove suono e architettura si fondono. La cupola del Pantheon, fotografata da Massimo Listri, domina il soffitto, mentre le opere di Amy Thai esplorano il legame tra pietra e gesto artistico. Due strumenti simbolici – un’arpa tradizionale e un pianoforte Alpange innovativo – incarnano l’evoluzione dell’arte sonora. Concerti esclusivi di Anne Lovett e Michael G. Jennings accompagnano i visitatori, rendendo questo spazio un’esperienza viva e vibrante.
Un dialogo tra passato e futuro: Villa Héritage come esperienza sensoriale
Villa Héritage è un viaggio che interroga il senso del creare. Perché alcune forme resistono al tempo? Come si progettano spazi che emozionano? Rochon risponde con un approccio che celebra l’arte come “eterna fonte di ispirazione”, elevando il design a un dialogo senza età con l’umanità. Il pianoforte Alpange, protagonista del Salone della Musica, ne è un esempio: con il suo design contemporaneo e un sistema digitale che riproduce la ricchezza di un gran coda, unisce tradizione e tecnologia. Per offrire un suono di precisione assoluta che si integra perfettamente nell’estetica di Villa Héritage.
Ogni stanza, dall’ingresso al Giardino d’inverno, è pensata per stimolare i sensi. La luce modula gli spazi, i tessuti narrano storie, i suoni – dall’arpa all’Adagio di Mahler – amplificano le emozioni. Materiali come il vetro di Murano, la pietra serena e la porcellana si fondono con elementi contemporanei, creando un equilibrio che parla di continuità e innovazione. Villa Héritage diventa così un rifugio nel caos del Salone, un luogo dove il visitatore non è solo spettatore, ma parte di un racconto che attraversa il tempo.
Pierre-Yves Rochon trasforma, dunque, l’eredità in libertà creativa, dimostrando che il passato non è un limite, ma un trampolino per il futuro. E Villa Héritage è un’esperienza che resta, un dialogo tra materia e anima che ridefinisce il concetto di lusso e bellezza.
Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage, Sala da pranzo (Blu). Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR