Dal 10 maggio all’8 giugno, il Museo del Tessile di Busto Arsizio (VA) ospita la seconda edizione dell’evento che unisce tradizione e arte contemporanea.

Dal 10 maggio all’8 giugno 2025, Busto Arsizio si trasforma in un polo di fiber art e sostenibilità con la seconda edizione di M(A)Y FIBER – Percorsi di arte e tessile tra tradizione e sostenibilità. Organizzata dall’Amministrazione comunale con l’Assessorato a Cultura e Identità guidato da Manuela Maffioli, la manifestazione diffusa avrà come fulcro il Museo del Tessile e della Tradizione Industriale, coinvolgendo aziende, studi professionali e spazi cittadini.

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M(A)Y FIBER trasforma Busto Arsizio in un laboratorio culturale, valorizzando la sua storica tradizione tessile, ancora oggi pilastro economico della città. Come dichiara Manuela Maffioli: “Un appuntamento di altissimo rilievo, che rinnova la valorizzazione della antica vocazione e tradizione tessile della città attraverso il meta-linguaggio dell’arte. Un’occasione preziosa per ritrovarsi e riconoscersi, attorno alla bellezza e per scoprire spazi inediti, normalmente al di fuori dei circuiti culturali tradizionali”.

M(A)Y FIBER Busto Arsizio
Foto di Carlo Pozzoni da Ufficio Stampa

L’edizione 2025, in particolare, consolida il dialogo con la Fondazione Pistoletto Città dell’arte, avviato nel 2024, coinvolgendo associazioni, scuole, università e artisti locali in una rete di co-progettazione.

MINIARTEXTIL 2025: L’arte come preghiera

Cuore della manifestazione è MINIARTEXTIL 2025, mostra curata da Arte&Arte di Como, ospitata nelle sale gemelle del Museo del Tessile, un ex-cotonificio simbolo dell’archeologia industriale. Con il tema L’arte come preghiera, la rassegna – parte del calendario BA Giubileo per il 2025 – presenta installazioni e minitessili di artisti da 27 nazioni, selezionati da Giulia Crivelli, Sergio Gaddi e Kimiyasu Kato. Le opere esplorano la spiritualità come espressione artistica, ispirandosi alle parole di Monsignor Gianfranco Ravasi, che descrive la preghiera come un’arte di bellezza e liberazione interiore.

Tra i protagonisti, Valeria Scuteri con il Trittico dedicato alla Vergine Maria, Valerio Gaeti con Corale, che richiama un rosone simbolico, ed Elena Borghi con Respirare il silenzio, un viaggio meditativo attraverso tessuti delicati. E ancora, Elisabeth Aro propone Santa Sangre, un’immersione cromatica, mentre Antonio Bernardo, vincitore del premio Arte&Arte Miniartextil 2023, presenta Un personale luogo di connessione.

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Spiccano anche Patrizia Guerresi Maimouna, Vivide Mantero, Jaime Poblete Aravena e il duo DuoX (Valeria Melodia Boisco e Tyrone Brown-Osborne), che esplorano il tessuto wax per narrare legami familiari. Carlo Pozzoni contribuisce con otto fotografie dalla Basilica di S. Fedele di Como, e Mihoko Sumi riceve il Premio Arte&Arte “Nazzarena Bortolaso”, in memoria della co-fondatrice di Miniartextil, per un’opera che incarna la sua visione pionieristica.

Foto di Carlo Pozzoni da Ufficio Stampa

Un evento diffuso e inclusivo

Oltre al Museo del Tessile, M(A)Y FIBER si estende a studi professionali e aziende locali, che ospiteranno opere site-specific con vernissage e finissage aperti al pubblico. Questa rete territoriale riflette l’approccio collaborativo del festival, che coinvolge la comunità attraverso spazi non convenzionali. La collaborazione con le aziende tessili locali sottolinea il tema della sostenibilità, promuovendo un dialogo tra tradizione e innovazione, passato e futuro del tessile come linguaggio artistico e tecnologico.

M(A)Y FIBER non è solo arte, ma un ponte tra il patrimonio tessile di Busto Arsizio e le sfide contemporanee. Le opere esplorano connessioni tra tessile, moda, tecnologia e ambiente, con un focus su pratiche sostenibili. La partnership con Fondazione Pistoletto rafforza questa visione, integrando la fiber art in un discorso globale sull’ecologia e la creatività. “Una vera e propria rete, di intenti, condivisione e co-progettazione, che, anche attraverso la prestigiosa collaborazione con Arte&Arte e la Fondazione Pistoletto Città dell’arte, concorre a costruire quella nuova e ambiziosa identità di Busto. Che passa attraverso la cifra distintiva della cultura”, conclude Maffioli.

Foto di Carlo Pozzoni da Ufficio Stampa

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