She’s Always Been There (Totem Taboo/Materiali Sonori Associated) è un lavoro ricco di idee e molto raffinato, originale e sicuramente importante all’interno del vasto scenario wave italiano, dall’età d’oro dei primi gruppi post punk a oggi. L’album affonda le radici nell’humus mitteleuropeo (già terreno fertile di etichette quali Crammed Discs e Les Disques Du Crepuscule) per suggerirne il necessario nutrimento e trasporlo in un’inedita esperienza sonora, sintesi eclatante di delicata eleganza e morbosa sensualità.
Polychron+ sono un duo italiano (Aurelio Menichi + Gabriele Gai) che nelle bands Dubital, Lord Chapeau, Smoke Signals, Vinylistic etc. hanno collaborato con prestigiosi artisti come Steven Brown, Mad Professor, Gilles Martin, Ultramarine. Le illustri collaborazioni con Anna Domino, Blaine L. Reininger (che in Piano Astrale esibisce il suo straordinario italiano), Luc Van Lieshout (Tuxedomoon), Alex Spalk(Pankow), Niconote, Daniele Biagini (straordinario pianista già con i Minox, con il Tenco di Steven Brown e Cameristico di Riccardio Tesi) e Carmen D’Onofrio, lasciano intuire la maestosa articolazione del progetto: gli ospiti si sono calati nell’ordito come se la trama già appartenesse loro, lasciando il loro inconfondibile segno sul risultato che suona sempre intenso, piacevole e sincero al tempo stesso.
Dodici tracce, sempre sostenute da audaci tessiture elettroniche e suoni potenti, mixate con gli interventi acustici di altri sette musici italiani (flauto, trombone, violoncello, chitarre, …) che donano una luce esclusiva di raffinata ricercatezza al lavoro di PolychronPlus e soci. I testi, mai banali, nati inevitabilmente da esperienze personali, siano esse sogni, incubi, ricordi, delusioni, lutti o visioni. Completa l’album il lavoro grafico a corredo del digipack e del booklet, opera di Rino Rossi che abbraccia voluttuosamente le atmosfere di She’s Always Been There e fa suonare le proprie immagini perfettamente intonate alle musiche, rinviando visivamente alle stesse ossessioni che percorrono tutte le tracce, tra la lussuria e il sacro, il vuoto assoluto e il credere-ancora-in-qualcosa, alla ricerca di un impossibile discernimento.