Neil Young, Spotify e la disinformazione sui vaccini: «Ascoltatemi su altre piattaforme»

La presa di posizione di Neil Young è diventata azione e, come promesso, il cantautore sta pian piano scomparendo da Spotify. Young aveva scritto pochi giorni fa una lettera ai suoi manager (pubblicata, e poi cancellata, sul sito ufficiale dell’artista) in cui dichiarava un vero e proprio ultimatum. Spotify poteva avere la sua musica o il podcast di Joe Rogan, non entrambi. Rogan, secondo Young, sarebbe infatti colpevole attraverso il suo podcast di diffondere false informazioni sulla pandemia e sui vaccini.

LEGGI ANCHE: Neil Young contro il podcast di Joe Rogan: «Su Spotify o me o lui»

Tanto che il cantautore – in data 26 gennaio – ha pubblicato una lunga lettera intitolata Spotify – In The Name of Truth (Spotify – Nel Nome della Verità), in cui definisce la piattaforma «una dannosa forza per la sua disinformazione pubblica e le bugie sul COVID».

«Tutta la mia musica è disponibile su Spotify e viene venduta ai giovani, persone che credono a ciò che ascoltano solo perché è su Spotify. Persone come me supportano Spotify, perché la mia musica è lì. Ho capito che non potevo più supportare la minacciosa disinformazione di Spotify nei confronti di un pubblico che ama la musica».

Può Neil Young abbandonare Spotify?

Ma Young spiega poi che gli è stato ricordato di non «avere il controllo della mia musica, in termini contrattuali».

«Ho comunque annunciato di abbandonare la piattaforma, perché sapevo che era così. – ha continuato – Ero pronto a fare tutto ciò che potevo, e anche di più, per assicurarmi che accadesse».

Young ringrazia poi la Warner Brothers – Reprise Records per averlo supportato in questa decisione. A maggior ragione se si considerano le perdite di un simile gesto («Spotify rappresenta il 60% dello streaming della mia musica per gli ascoltatori di tutto il mondo» precisa il cantautore).

Infine, Neil Young ricorda che la sua musica è disponibile su «Amazon, Apple e Qobuz, per citarne solo alcuni», aggiungendo che la qualità è anche migliore. «Spotify continua a spacciare la qualità peggiore per la riproduzione musicale» conclude.

La replica di Spotify

Spotify – come scrive la BBC – ha replicato al cantautore. «Vogliamo che tutta la musica e i contenuti audio del mondo siano disponibili su Spotify. Da ciò deriva una grande responsabilità nel bilanciare sia la sicurezza degli ascoltatori che la libertà dei creator», commenta la piattaforma.

«Abbiamo delle policy sui contenuti e abbiamo rimosso più di 20mila episodi di podcast riguardanti il Covid dall’inizio della pandemia» aggiunge la nota stampa.