Si tratta del terzo brano che anticipa il concept album di Alessandra Celletti dedicato a Sacajawea, nativa della tribù degli Shoshoni: una melodia cantabile, il flauto di Paolo Fratini e un delicato arpeggio di pianoforte che accompagna.
Il cuore è un santuario al centro del quale c’è un piccolo spazio
dove risiede il Grande Spirito, e questo è l’ Occhio.
Ogni anima deve incontrare da sola il sole del mattino,
la dolce terra nuova e il grande silenzio.
Fuori venerdì 11 febbraio Great Spirit, il nuovo brano di Alessandra Celletti che anticipa l’uscita del concept album dedicato a Sacajawea, nativa della tribù degli Shoshoni. La traccia è distribuita da Believe Music su tutte le piattaforme digitali ed è già possibile pre-salvarla cliccando sul link.
«I bianchi vogliono sempre qualcosa. Ma che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualcosa. Sono sempre inquieti, turbati. Non sappiamo cosa vogliono. Non li comprendiamo. Pensiamo siano pazzi». Nella cultura dei Nativi Americani la Terra è madre dell’Universo e il Cielo è dimora degli Spiriti. L’uomo è parte integrante di un cerchio che comprende le piante, gli animali, i minerali, la terra, il cielo, l’acqua, le stelle, la notte e il giorno, la luna e il sole. Non c’è separazione tra mondo naturale e mondo umano. L’uomo non è il Signore del Creato e il mondo non è a suo beneficio. Ogni creatura ha un eguale diritto all’esistenza e merita rispetto semplicemente perché è viva. Il ritmo della natura porta la salute, l’equilibrio, l’armonia la bellezza. Nonostante siano stati privati della propria terra, della propria cultura e della propria identità, i Nativi Americani sono riusciti a trasmettere la loro fede in questo modo di vivere. Hanno parlato con il cuore, dove il Grande Spirito è custodito, per indicare il sentiero che porta alla rinascita. Alessandra Celletti è una pianista di fama internazionale, ha all’attivo una carriera concertistica in Italia, Europa, Africa , India e Stati Uniti, oltre 20 produzioni discografiche e milioni di ascolti su Spotify. Parte da una formazione classica ma chi la conosce un po’ di più sa quanto sia grande anche l’attitudine a sperimentare sempre cose nuove tanto che le sue esperienze si moltiplicano con deviazioni interessanti anche nel campo del rock, dell’avanguardia e dell’elettronica. Tantissime le collaborazioni con artisti italiani (da Gianni Maroccolo a Claudio Rocchi, ai Marlene Kuntz, a Franco Battiato) e internazionali (tra cui il mitico Hans Joachim Roedelius, pioniere dell’elettronica tedesca con Brian Eno e i Cluster).