Porta la firma di Dardust la colonna sonora che ha accompagnato il passaggio della bandiera durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali 2022. Il momento iconico del passaggio di consegne per i prossimi giochi Milano Cortina 2026 è stato, infatti, sottolineato da due brani musicali. Forget To Be (disponibile da venerdì 18 febbraio) e Inno (Prologo) compongono il nuovo EP dell’artista ‘#002 Olympics’ (Sony Music Masterworks e Artist First).
“Il concept della Dualità che le due città come Milano e Cortina portano con sè era perfetto per la ricerca sonora percorsa nel nuovo album” dichiara Dardust. “Da una parte la città che si spinge verso il Futuro con nuove geometrie, traiettorie e prospettive, perfettamente rappresentata dall’elettronica, e dall’altra parte l’organicità della natura nella sua bellezza fluida che viene dal passato, rappresentata dalla morbidezza del pianoforte”.
“Ho cercato di esprimere l’incontro di queste due anime, il contrasto, la lotta e infine la conquista di un nuovo equilibrio”, continua l’artista. “Alla ricerca di un suono che sintetizza tutto, dal rumore bianco del ghiaccio a quello colorato della competizione. Con un grande obiettivo: rispettare la terra e restituirla cambiata, magari in meglio, probabilmente diversa, alle persone che la abitano.”
I due brani sono risuonati nel segmento del Flag Handover all’interno della Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici di Baijing 2022 in mondovisione. L’Italia, che ospiterà le prossime Olimpiadi Invernali, ha proposto uno show di otto minuti ideato da Balich Wonder Studio, di cui Dardust ha composto la colonna sonora.
Dardust racconta ‘Forget To Be’ e ‘Inno (Prologo)’
L’EP ‘#002 Olympics’ (dal 25 febbraio) prosegue il viaggio musicale iniziato con ‘#001 Coordinate’, composto dalle tracce Parallel 43 e Dono per un addio. Forget To Be è l‘emisfero elettronico dell’artista “in un fluido le particelle non hanno posizioni reciproche fisse e si muovono più o meno liberamente le une rispetto alle altre”.
“Forget To Be nasce da questa idea: le note dell’oscillatore si muovono come in un continuo mutamento di stati quantici, posizioni e direzioni. Non esistono più note solo bianche o solo nere: perché nasca la musica, i tasti si devono sporcare al contatto di infinite mani. Dirt and clean, forget to be”.
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Così, invece, Dardust racconta Inno (Prologo) – in piano solo che rientra nella dimensione acustica. “È nata da qualcosa di fluido, come la bellezza, la doppiezza di prosa e poesia, la solitudine dell’esistenza e la ricerca dell’identità in cui il pianoforte è l’unico compagno di viaggio che non giudica ma ascolta e si fa ascoltare”.
“La musica non ha sesso – conclude – Queste canzoni sono un viaggio senza meta. Quando mi chiedono che genere di musica io faccia, rispondo sempre che non lo so ancora. Perchè il genere è anche una conquista.”
Foto di Antonio De Masi da Ufficio Stampa MA9PROMOTION