Irene Ciol, in arte ceneri, è una cantautrice friulana classe 2000. Nata in provincia di Pordenone, in un paesino di 8000 anime tra i campi, è cresciuta respirando arte e aria buona. Una voglia incessante di sperimentare e creare l’ha portata sin da piccolissima a confrontarsi con la pittura e poi con la fotografia, passione che ha ereditato dal nonno e dal padre. Oggi studia grafica e design. Nel 2016 grazie a un corso di song writing si è avvicinata alla musica, universo che le ha permesso di trovare un modo per raccontarsi, esprimersi e capirsi. Da lì in poi non l’ha più abbandonato. Scrivere canzoni per comprendere le proprie contraddizioni, per avere una visione più chiara e consapevole di sé stessi. In poche parole, per crescere. Di lei è uscito recentemente su tutte le piattaforme digitali per peermusic ITALY Nello spazio che resta, ep d’esordio della giovane cantautrice friulana, nuova promessa della scena musicale italiana. Anticipato dai singoli Notturno, Fiato corto e Ladro, subito entrati nelle maggiori playlist editoriali di riferimento (Scuola indie, Indie Italia, New music friday), scritto da ceneri e prodotto dai B-CROMA, duo formato dai producer Rocco Giovannoni e Marco Spaggiari (Marco Mengoni, Joan Thiele, Gaia), Nello spazio che resta è il racconto sincero di una giovane artista con una sensibilità fuori dal comune. Il ritratto di una ragazza di vent’anni che si presenta al mondo con le sue insicurezze e fragilità, che ha trovato nella musica il suo rifugio, lo “spazio sicuro” per mettere a tacere quell’inquietudine che accomuna questa età. Ho sempre cercato il mio posto e credo di averlo trovato proprio in quello spazio che resta dopo i litigi, i pianti, i dubbi, non è un luogo, ma tutto ciò che mi permette di sentirmi al sicuro e sentirmi libera. La libertà parte da dentro e scrivere questo Ep mi ha permesso di capirlo e trovarla, racconta Irene. Con Fragile e Lancette sono cinque le canzoni che trovano posto Nello spazio che resta, cinque brani che conducono nell’universo musicale di ceneri fatto di contaminazioni tra l’elettronica e il pop di oggi dove la sua voce calda e dolce, a tratti impalpabile si fonde con suoni minimali e ovattati, dissolvenze e sintetizzatori, diventando quasi strumento e contribuendo ad arricchire le melodie di chitarra, basso e batteria. Cresciuta ascoltando Bon Iver e Frank Ocean ma anche artisti italiani come Calcutta e I Cani, Irene oggi si ispira a cantautrici come Lorde e Phoebe Bridges di cui ammira le sonorità leggere e le parole dirette ed empatiche in cui è facile potersi ritrovare. Un’attenzione alla scrittura che emerge anche nei suoi testi delicati, intimi e immediati, capaci di creare delle immagini vivide con pochissime parole. Il bisogno di fuggire da una provincia che ti toglie il fiato, l’esigenza di trovare un punto fermo in un presente instabile, il passare del tempo e il cambiamento inevitabile, le relazioni travagliate e la difficoltà di comunicare, la necessità di perdersi per potersi ritrovare: pensieri, ricordi, riflessioni si mescolano nei versi per raccontare le delicate fasi che accompagnano il passaggio di Irene all’età adulta. L’ep si apre con Fragile, canzone nostalgica dal ritmo incalzante, in cui ceneri fin dalla prima traccia mette a nudo i propri sentimenti, il suo sentirsi vulnerabile. Lancette è una riflessione sui cambiamenti che inevitabilmente ci attraversano e di cui ci rendiamo conto solo dopo molto tempo. Nata come una canzone sperimentale che giocava sull’uso del vocoder ha poi preso un’altra direzione musicale verso sonorità più pop. In Fiato corto, brano sospeso e intimista, le sonorità dilatate assecondano un desiderio di compostezza e armonia che fa da contraltare a un opprimente e scompigliato mondo interiore. Un racconto del complicato rapporto con la vita in provincia. Dal silenzio surreale di un paese immobile – lo stessa di Fiato corto – nasce Notturno, un brano immerso in un’atmosfera crepuscolare e malinconica. La traccia cammina per strade deserte e bagnate di rugiada, dove il notturno non passa mai accompagnando sotto braccio quelle riflessioni e quelle consapevolezze che si fanno più chiare proprio nel buio della notte (Forse ora che si fa buio tutto mi sembra più chiaro che più una cosa è dolce più il retrogusto è amaro). Chiude l’ep Ladro: il brano racconta della paura di dimenticare, del perdersi nella frenesia dei giorni che scorrono facendo scivolare via il presente. Un beat in crescendo avvolge con delicatezza la voce morbida ed eterea di Irene che ci ricorda “l’importanza di sapersi fermare”. Fermarsi per immortalare il presente e non dimenticarlo più. Nello spazio che resta ceneri ha trovato quello che stava cercando, ora è pronta per scoprire cosa ci sarà ad attenderla dopo.
Tracklist
- Fragile
- Lancette
- Fiato corto
- Notturno
- Ladro
Crediti ep
Scritto da: Irene Ciol
Composto da: Irene Ciol, Rocco Giovannoni, Marco Spaggiari
Prodotto da: Rocco Giovannoni, Marco Spaggiari