Tre album (ne seguirà a breve un quarto, dopo Sanremo) e altrettanti quadri: le opere sulle copertine di Lucio Corsi.

Ogni album, una copertina che rappresenta un quadro realizzato dalla madre, Nicoletta Rabiti. «Dipinge per passione, non per mestiere», specifica subito Lucio Corsi, tra i Big in gara al prossimo Festival di Sanremo con Volevo essere un duro. Artista poliedrico ed eclettico come pochi altri nel panorama musicale italiano di oggi, Corsi sa coniugare linguaggi differenti al servizio della musica. E lo fa percorrendo strade che toccano la poesia quanto l’estetica, in un immaginario che vuole  essere senza tempo anche nella sua rappresentazione visiva.

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Come a disegnare storie ed emozioni cantate nelle canzoni, in quella che ormai sembra essere a tutti gli effetti una tradizione da rispettare, ecco il pennello della mamma. Sue, infatti, le tre opere scelte come cover per i dischi già editi a cui se ne aggiungerà presto un quarto di cui manca ancora il titolo. “Tutte le copertine degli album sono suoi quadri. Per ‘Bestiario Animale’ (Picicca Dischi, 2017), il primo album, mamma sapeva del mio intento di scrivere un disco sugli animali e mi fece questo quadro.

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I successivi, invece – ‘Cosa faremo da grandi?’ (Sugar Music, 2020) e ‘La gente che sogna’ (Sugar Music, 2023) –  esistevano già, li aveva fatti anche prima che io nascessi. Giusto qualche giorno fa ho ritrovato una fotografia di me bambino con dietro il quadro che è diventato la copertina dell’album del 2020”.

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Dalla pittura per gli album agli scatti fotografici per le cover degli ultimi singoli: “Amo molto Francis Delacroix – spiega Corsi – è un mio amico fotografo che sembra un personaggio della Beat Generation: potrebbe aver fatto tutto e nulla di quello che racconta, è un personaggio incredibile. È un bravissimo fotografo e lo scatto di Tu sei il mattino è suo”.

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Chiediamo, quindi, a Lucio Corsi se si è mai cimentato in prima persona con colori e pennelli. “A volte l’ho fatto, ho provato a dipingere vedendo un po’ mia madre che lo fa, e lo ha sempre fatto, per passione. Ho provato a fare anch’io qualche quadro, soprattutto da piccolo disegnavo tanto e mi piaceva avere davanti la pagina bianca. Ce l’hai anche in musica, ma nel disegno hai fisicamente il foglio davanti. Poi iniziai a suonare e da lì…”. Il resto è storia.

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Immagini da Ufficio Stampa

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