Dal blu cosmico dei cieli al rosso profondo ne ‘La zattera della Medusa’, da Basquiat a Guillermo Lorca. Rose Villain ci racconta l’arte dietro l’immaginario visivo del suo ultimo album.

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‘Radio Gotham’, ‘Radio Sakura’ e, ora, ‘Radio Vega’. È nella costellazione della Lira che Rose Villain conduce con il suo nuovo album, dal 14 marzo, disegnando un viaggio tra musica, pittura e letteratura che completa la sua Radio Trilogy. E anche quest’ultimo capitolo parte da un concept che affonda le radici in un immaginario ricco di suggestioni visive e narrative. L’artista, da sempre attenta a costruire un universo sonoro e visivo coerente, ha tratto ispirazione dal mito di Orfeo ed Euridice per raccontare il lato più oscuro e struggente dell’amore.

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“Mi piaceva l’idea di essere io Orfeo, perché in fondo è lui il musicista e Euridice l’amata”, racconta Rose. “Amo gli amori struggenti e, in fondo, le canzoni che scrivo parlano sempre di relazioni difficili. Forse attingo dalle fatiche del passato ma adoro le canzoni d’amore strazianti. La storia di Orfeo ed Euridice, poi, è la più triste: si amavano, ma tutto finisce per colpa di un serpente. Lui scende negli Inferi, convince gli dèi con la sua musica a riavere l’amata, ma alla fine cede alla tentazione di guardarla e la perde per sempre”.

Rose Villain al Louvre
Rose Villain al Louvre / Instagram @rosevillain

“Quando mi è tornata in mente questa storia ho capito che il ‘blu’ delle mie canzoni andava riportato in una versione moderna. È stato tutto velocissimo: ero a New York senza un’idea precisa di quello che volevo fare e poi, alle cinque del mattino, mi sono svegliata di colpo. Tutto il disco era chiaro nella mia testa”, prosegue l’artista. “Mi ricordo che era ancora buio, a novembre, e avevo già tutto. Ho scritto ogni cosa su un foglio: la storia e l’idea dei visual, gli stessi che poi sono usciti nel trailer”.

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Parigi e New York come ispirazione

Due i colori che da sempre fanno parte dell’identità di Rose, il blu e il rosso. Non a caso nel suo recente viaggio a Parigi, la visita al Museo del Louvre ha trovato il suo scatto perfetto davanti a una delle opere più celebri di Géricault. “Ho appena postato una foto davanti a La zattera della Medusa di Géricault, uno dei miei quadri preferiti. Sono tornata lì per la centesima volta solo per rivederlo. Amo tantissimo la pittura, l’arte in tutte le sue forme, anche la poesia. Leggo un sacco di poesie e le scrivo anche, per questo in ogni CD c’è sempre anche un libricino di poesie. Chissà che un giorno non pubblichi un libro… Magari sarà tra dieci anni, magari tra sei mesi, sicuramente dovrò esserne convinta”.

“Tra i miei pittori preferiti ci sono gli artisti contemporanei. Adoro Genevieve Figgis, sono innamorata della sua arte. Poi c’è Guillermo Lorca, un artista che dipinge figure rinascimentali, spesso ragazze dai capelli azzurri e con animali. Non è per il colore dei capelli—giuro!—ma trovo incredibili le sue opere. Tra l’altro conosco questi artisti, ci sentiamo anche, sono pazzeschi”.

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Ma, come citato, c’è un’altra città che ha segnato fortemente il percorso creativo di Villain, ovvero New York. “Da sempre è il posto dove amo creare, quello che dà più energia artistica. E per ‘Radio Vega’ avevo in mente un viaggio completamente diverso all’inizio, pensavo molto a Basquiat. Non so perché, forse è stata proprio NY a influenzarmi”. Così, la musica stessa si fonde con il racconto visivo tra glitch elettronici, atmosfere sospese e sonorità cinematiche che traducono il dolore in arte.

Dopo l’album, l’appuntamento è on stage e Rose Villain non lascerà nulla al caso. “Sto ancora lavorando alla scenografia del tour, quindi non voglio spoilerare nulla. Ma sarà incredibile. Amo la luce, l’acqua, le intemperie meteorologiche… mi piacerebbe incorporarle nello spettacolo”.

Immagini da Ufficio Stampa / Instagram @rosevillain

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