‘L’amore è tutto’, il nuovo album degli Eugenio in via di Gioia, è musica ma anche disegni, suoni, arte. La nostra intervista.

C’è un’urgenza negli Eugenio in via di Gioia che li spinge a comunicare oltre la musica. Lo dimostra ampiamente L’amore è tutto – ultima uscita discografica della band – che, alla musica, unisce una serie di operazioni artistiche: un modo come un altro per arricchire il significato di un progetto in note. «La nostra urgenza – ci spiega la band – è ciò che ci ha spinto a scrivere e suonare le prime canzoni per strada. Questa urgenza c’è sempre stata e, quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, ci sono tante teste a partorire tante idee. Diventa bello dare loro spazio e raccontarle, anche attraverso altri punti di vista artistici o divulgativi, che arricchiscono di significato questo dipinto».
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I tarocchi degli Eugenio in via di Gioia
Il primo elemento da tenere in considerazione è dunque visual: la copertina rappresenta, non a caso, uno dei tarocchi nati proprio per raccontare meglio l’album. «L’idea è nata a Palermo, la città che ci ha accolto per tre settimane per finire il disco. – dicono gli Eugenio in via di Gioia – Lì abbiamo conosciuto Eleonora De Luca, attrice palermitana diventata nostra amica in pochissimo tempo. Una sera scopriamo che fa i tarocchi e abbiamo provato: siamo rimasti folgorati dopo essere stati letti».
Qui la band fa una precisazione: non è tanto «cartomanzia» quanto «tarologia», nel senso che diede a quest’arte Alejandro Jodorowsky. «È la lettura dei tarocchi per sé – dice la band – ci ha aiutato anche a esprimere al meglio queste carte che rispecchiano le canzoni. Ogni canzone corrisponde a tre parole chiave che si tramutano in immagini. I disegni sono del Laboratorio Zanzara di Torino, che li ha realizzati ascoltando dal vivo le canzoni. Da lì son nate le immagini che porteremo anche live ai concerti: ci sarà il mazzo dei tarocchi e, in ogni vinile, c’è un tarocco. Con una sola immagine diversa per ogni vinile».
Un po’ di tarologia, quindi, anche per gli ascoltatori. «È divertente ed è stato fatto non solo per divertirci. – concludono – È il mantra del disco: guardiamo il mondo attraverso lenti che ci dicono chi siamo e non chi è chi ci circonda».

Tecnologia e audio immersivi
C’è poi anche l’esperienza audio immersiva, realizzata in varie città. Grazie ad Agami – la piattaforma cloud per il suono immersivo – in coproduzione con Mezzo Forte (creative tech studio che realizza esperienze sonore immersive), tramite un’applicazione web si poteva ascoltare l’album in anteprima semplicemente avvicinandosi al punto di interesse in ognuna delle città scelte.
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«Chiunque entrava in queste zone – dicono gli Eugenio in via di Gioia – poteva ascoltare il disco in anteprima. Bisognava essere geolocalizzati in posti precisi e questo ha costretto le persone a vivere la musica in base al dove. Sono successe cose pazzesche che neanche noi ci aspettavamo così tanto. Hanno iniziato a fare amicizia, a conoscersi e vuol dire che le cose accadono senza imporle. Le devi lasciare fluire, come questo disco».