Nel video di ‘LEI’, Marracash canta in una camera anecoica. Si trova all’Università di Ferrara ed è una stanza senza eco.

Il singolo di Marracash LEI – tratto dal nuovo album È finita la pace – ha finalmente il suo videoclip ufficiale, girato in una camera anecoica. Più nello specifico ci troviamo all’Università di Ferrara, nel Dipartimento di Ingegneria. Qui vengono infatti effettuati per lo più esperimenti sull’acustica, perché la specialità di una camera anecoica è la minimizzazione della riflessione delle onde acustiche o elettromagnetiche. In breve, è una stanza senza eco. Nell’arte di Marracash, la camera anecoica si traduce dunque in una narrazione che segue il tema della bolla, esplicitato chiaramente nella cover di È finita la pace.

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«L’essere nella bolla, concetto centrale del disco, viene traslato visivamente scegliendo di ambientare il videoclip in una camera anecoica che, oltre al singolare aspetto estetico, incorpora anche un singolare concetto uditivo. – racconta il regista del video Giulio Rosati – Una delle chiavi per raccontare la bolla è rappresentare l’immersione totale nella musica, in un ambiente dove esiste solo la voce dell’artista. Immaginare e costruire il video è stato un vero viaggio, ricco di confronto con l’artista. È stato un processo condiviso: abbiamo discusso, riflettuto e lavorato insieme passo dopo passo».

Marracash nella camera anecoica dell’Università di Ferrara

Nel videoclip, Marracash si trova al centro della camera, ambiente in cui vive soltanto la sua voce, restituendo la sensazione di immersione profonda e intima, dove il suono diventa esperienza interiore. Lei qui prende le forme di un’ideale femminile, interpretata da Victoria Stella. A tratti si muove sulla scena, per poi apparire immersa in un involucro bianco, percepibile solo nei contorni. Un’idea sfuggente, che non si concretizza mai del tutto. «Un’ideale che non esiste», racconta Marracash. 

La cover di È finita la pace

Cos’è la camera anecoica?

La parola anecoico deriva dal greco e vuol dire senza eco. A coniare questo termine fu lo statunitense Leo Beranek nel 1940: Beranek è stato a capo del laboratorio elettro-acustico di Harvard e, in quel periodo (siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale) si occupava del design di sistemi per la riduzione del rumore. Nacque così la prima stanza anecoica della storia, il cui scopo era quello di studiare l’effetto del rumore. Influenzò molto anche la filosofia del silenzio del compositore John Cage, anche perché – in quel periodo – le stanze anecoiche si moltiplicarono. Per tanti anni, il record di stanza più silenziosa al mondo è appartenuto infatti alla camera anecoica di Bell Labs in New Jersey.

Ad oggi, il record appartiene agli headquarters della Microsoft a Washington.

Foto di Andrea Bianchera/Shutterstock

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