È un monologo-show, di quelli che non sfigurerebbero affatto in una prima serata tv, quello con cui Lorenzo Jovanotti Cherubini presenta il ritorno live. E con una galleria di immagini che appartiene a un tempo in cui gli assembramenti erano materia felice da concerto, l’artista annuncia il Jova Beach Party 2022. Le cartoline del nuovo viaggio diventano, così, passaporti di ingresso in un universo parallelo che è la realizzazione di un’utopia del temporaneo che sa di festa e rispetto ambientale.
“Jova Beach Party è stato qualcosa di indefinibile – esordisce Jovanotti – almeno fino a quando non abbiamo letto la motivazione per il premio Nobel al professor Parisi. E ci permettiamo di rubarla: perché Jova Beach Party è interazione – ce n’è tantissima –, è disordine, fluttuazione, sistemi fisici, scala atomica dell’essere umano nella sua singolarità e scala planetaria della folla”.
“In tanti anni di storia personale e di musica live – continua Cherubini – Jova Beach Party è la cosa che mi assomiglia di più. È un formato non formato, uno sformato che ha tante forme. Il Jova Beach Party c’est moi, per questo lo difendo, lo amo e ha un futuro da sviluppare per diventare mille cose ancora”.
Futurismo, musica e ambiente al Jova Beach Party 2022
Le parole di Lorenzo toccano arti, discipline e mondi diversi che coi loro linguaggi forniscono un pezzetto della narrazione di Jova Beach Party. Ed ecco, allora, prima tra tutte la musica: “è il mio oggetto sacro e Jova Beach Party è la mia gita fuori porta, è una roba da matti, chi non c’è stato e non ci sarà non lo saprà mai. Perché non si riesce a immaginare la botta fantastica. La spiaggia è la linea di frontiera più significativa del pianeta e portare proprio lì la festa è un’impresa difficile ma entusiasmante”.
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E la musica, come tale, è un sistema lavorativo complesso. “Il Jova Beach Party è più che altro un Jovaverso fatto di persone e di lavoro, con tante professionalità diverse. È una grande industria che si muove con una visione del mondo in cui la spiaggia è il punto di arrivo di linguaggi diversi, non è un mondo parallelo ma reale e concerto. È un’utopia temporanea: dura un solo giorno, poi il mondo torna a essere quello che è ma in quel momento si sospende tutto il resto”.
Alla sua seconda stagione, dopo l’estate 2019, Jova Beach Party diventa tradizione. “E come ogni tradizione che si rispetti, vorrei ritrovare qualcosa di vecchio, in cui riconoscermi, e mettere qualcosa di nuovo. – afferma Jovanotti – Siamo ripartiti dalla squadra, ricostruendo lo stesso gruppo di tre anni che ha sviluppato le competenze giuste”.
Ma c’è anche la poesia – tanta – che recupera la passione ad alta velocità del futurismo. “Concentriamoci sull’idea del futuro individuando l’entusiasmo per farlo fiorire. Non si cambia nulla senza entusiasmo e sacrifici”, è il Jova-pensiero che rimette al centro della sua nuova impresa il rispetto ambientale. “Negli ultimi 70 anni abbiamo fatto danni terribili all’ambiente ma possiamo andare in una direzione in cui possiamo curare certi mali non irreversibili”.
“Nei fatti, dobbiamo cercare di includere industria, politica, mercato, cultura e azioni dei singoli”, afferma ancora l’artista. “Da questo punto di vista, il mio ruolo si modella su quello che so fare io, ovvero generare un clima. La mia spinta iniziale, che è sempre più forte, è creare un clima dentro il quale parlare del clima. E l’impegno è sempre stato quello di rispettare la spiaggia: così è stato, secondo il nostro claim ‘lasciamo la spiaggia meglio di come l’abbiamo trovata’”.
“Io sono un ambientalista. La mia vita è in quella direzione e mi è dispiaciuto sentire alcune voci contro di me da parte di associazioni del settore”, commenta Lorenzo. “L’idea di essere contrapposto al mondo dell’ambientalismo è una specie di strana iperbole. In questo sono molto serio, Jova Beach Party non avrebbe senso se non fosse una cosa bella anche per la consapevolezza che fa maturare nelle persone in relazione all’ambiente”.
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Jovanotti riparte da ‘Il Boom’
La prima tappa di avvicinamento al grande tour estivo 2022 è un’esplosione musicale al ritmo de Il Boom, il nuovo singolo. Un brano che, in linea con il pensiero futurista di Jova, è fatto di “parole in libertà” a cui seguiranno altre tracce prima di rilasciare il disco. Una scelta precisa, che risponde alle rinnovate abitudini di ascolto dello stesso artista, che si muove tra playlist e singoli più che fra tracklist di album.
Dovremo, quindi, aspettare un po’ per ‘Il disco del sole’ – come lo ha chiamato Cherubini – in favore di una infilzata di tracce entro la fine del 2021. E il racconto del Jova Beach Party passa anche attraverso un’App aggiornata completamente nuova, con radio, podcast e la serie per Raiplay Non voglio cambiare pianeta accompagnatala dalla colonna sonora.
“Ripartiamo da dove ci siamo fermati, anche nel logo”, conclude Jovanotti in questo suo viaggio galattico e umanissimo. “E dal logo passiamo al luogo, con il Mediterraneo al centro che è anche un concetto culturale, un immaginario oltre che una geografia. Volevo che Jova Beach Party assomigliasse a un relitto, un veliero uscito malconcio ma bello e vivo dalla più terribile delle tempeste”. Per tornare a essere quello che era stato pensato fin dall’origine, “un’esperienza selvatica, tra dj set e concerto”.
Foto di Elena Di Vincenzo da Ufficio Stampa GOIGEST