“Vivere dentro la propria passione, senza ascoltare i piani B ma dentro il piano A”: è questo il messaggio che Ultimo affida al suo pubblico dal palco di San Siro.
Quando si dice less is more, anzi much more. Se c’è un artista che questa cosa la sa bene e ne ha fatto sostanza è Ultimo. Nella sua poetica, nelle sue note, nel suo modo di essere. Non a caso, per il tour che lo consacra il più giovane artista italiano negli stadi, ha scelto, fedele a se stesso, uno show pulito, con la schiena dritta, tutto musica, emozioni e cori (quelli del suo pubblico).
È solo uno lo speech che Niccolò si concede, ben oltre la metà della scaletta, dopo che San Siro come ogni altro stadio di questo viaggio live 2022 ha già perso la voce cantando all’unisono. Sono in 60mila a farlo, per due ore, costruendo un tappeto di ugole che è uno spettacolo nello spettacolo. Perché quando Ultimo chiama, il suo pubblico risponde. Sempre.
Anche quando si tratta di intonare a Milano Fateme cantà, nel tentativo di avvicinarsi almeno un po’ al romanesco del brano. “Questa cosa mi piace tantissimo”, commenta infatti l’artista incitando la platea prima di scandire il suo cameriè, portame er vino. E il vino arriva, in uno dei due momenti acustici della scaletta, forse quelli che raccontano meglio quello che resta uno fra i capisaldi della musica di Niccolò. La passione.
“Prima di iniziare il tour mi ero messo in testa che avrei voluto dedicare un momento a qualcosa che avrei voluto dire”, afferma prima di intonare La stella più fragile dell’universo. “Ci tengo molto a fare un discorso che può essere rivolto ai ragazzi della mia età che sono qui, ma anche ai più grandi e ai bambini, non fa differenza. E mentre scrivevo questo discorso cadevo sempre sulla parola passione, mi ricordo che l’avevo scritte diverse volte. Mi sono chiesto perché”.
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“Ci ho riflettuto, la notte, e quando mi sono svegliato mi è sembrato tutto più chiaro”, continua Ultimo. “Ho deciso di voler dare questo messaggio, che non vuol dire essere pessimisti ma realisti, anzi forse ottimisti. La cosa importante, soprattutto in quest’era dove tutto si consuma sempre più velocemente e dura molto di meno, è ricordarci che il nostro tempo qui è limitato”.
“Dobbiamo vivere la nostra vita, questo percorso che abbiamo davanti, dentro la nostra passione”, è il cuore del discorso dell’artista. “Bisogna vivere dentro la passione che ognuno ha, senza ascoltare i piani B e vivere dentro il piano A. Questo è il consiglio che voglio dare, senza voler insegnare a nessuno. Vivere dentro la passione che avete è l’unico senso che c’è”.
E se per Ultimo la passione fosse un oggetto, non potrebbe che essere un pianoforte. È su quei tasti bianchi e neri, studiati da quando aveva otto anni, che è nata la prima canzone, quando di anni Moriconi ne aveva solo quattordici. E ora che quella cameretta s’è fatta stadio, è ancora al piano che, dulcis in fundo, è affidato l’ultimo giro di boa. Quel bis in cui i Sogni appesi di Ultimo iniziano piano e voce, poi si riempiono di suoni e, infine, diventano fuochi d’artificio. Dalla terra alle stelle – o ai Pianeti – sempre dalla parte degli ultimi. Per sentirsi primo.
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Ultimo Stadi 2022, la scaletta di San Siro
Intro
- Buongiorno vita
- Dove il mare finisce
- Quei ragazzi
- Cascare nei tuoi occhi
- Il ballo delle incertezze
- Poesia senza veli
- Vieni nel mio cuore
- Niente
- Piccola stella
- Ipocondria
- Sul finale + Strumentale
Acoustic Band
- Medley
• Non sapere mai dove si va
• Supereroi
• Il bambino che contava le stelle
• Quella casa che avevamo in mente
• L’unica forza che ho
• Stasera
• Peter Pan - Colpa delle favole
- Rondini al guinzaglio
- Fateme cantà
- I tuoi particolari
- Pianeti
- Ti dedico il silenzio
Piano & Vox
- La stella più fragile dell’universo
- Giusy
- Farfalla bianca
- Amati sempre
- Quel Filo Che Ci Unisce / Tutto Questo Sei Tu
- L’eleganza delle stelle
- 22 Settembre
Encores
- Sogni Appesi
Foto di Elena Di Vincenzo / Francesco Prandoni