Dal 2 all’8 dicembre il Filodrammatici di Milano ospita La Settimana Pacifica, sette concerti in sette giorni il cantautore Gino Pacifico con u ospite diverso per ogni sera. La nostra intervista.
“Un pensiero improvviso” e, dall’altra parte, “un desiderio”: così Gino Pacifico definisce la genesi del suo prossimo impegno dal vivo, sette concerti in sette giorni al Teatro Filodrammatici di Milano. Dal 2 all’8 dicembre, infatti, l’autore e cantautore, di origine meneghina ma da anni trasferitosi a Parigi, è il protagonista di una residenza che lo vede sul palco insieme a colleghi che hanno subito accettato di prendere parte al progetto.
“Per mettere insieme l’artista e l’autore ho pensato di sentire un po’ di artisti che amo anche se mi aspettavo una certa difficoltà per le varie agende. – ci racconta Pacifico – Invece quello è stato il primo segnale di benevolenza rispetto a La Settimana Pacifica: hanno accettato tutti in una giornata, massimo due. È stato anche commovente.”
Ad aprire i sette giorni di concerti è Malika Ayane nella serata del 2 dicembre, quindi sono attesi Samuele Bersani (3 dicembre), Francesco De Gregori (5 dicembre), Giuliano Sangiorgi (6 dicembre), Francesco Bianconi (7 dicembre) e Neri Marcorè (8 dicembre). Ancora top secret, invece, l’ospite del 4 dicembre che vuole essere una vera sorpresa.
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“Adesso che mi sto avvicinando mi sto rendendo conto anche dell’entità dell’evento e comincio a essere emozionato – ci confessa l’artista – tanto da anticipare la sveglia ogni mattina di qualche quarto d’ora. Ma è un’emozione molto bella: sognavo di fare una residenza a Milano, la mia città, e quando mi è stato proposto il Teatro Filodrammatici mi sono sentito fortunato. È un po’ un cuore di Milano, è un luogo storico e speciale.”
E a proposito dello spettacolo che sta allestendo, Pacifico ci dice: “Alcuni artisti vogliono avere più controllo sulla scaletta, altri invece so che si capirà solo al pomeriggio quello che poi faremo sul palco: da parte mia ho cercato di fare una parte più strutturata che è il mio concerto. Poi con gli ospiti faremo un mio pezzo e brano loro, poi li lascerei anche esibirsi da soli.”
In questo “lavoro di diplomazia” in cui “la parola e il silenzio sono gli uscieri della sala regia teatrale”, il cantautore si propone un impegno fondamentale: quello di regalare una serata speciale a Milano e al suo pubblico .