Sul palco del Festival di Sanremo 2020 tra le Nuove Proposte c’è Tecla, vincitrice del talent Sanremo Young che all’Ariston presenta ‘8 marzo’. Ecco il testo e il significato della canzone.
Tecla (vero nome Tecla Marianna Insolia) è la giovane vincitrice di Sanremo Young che di diritto si è guadagnata un posto tra le Nuove Proposte del Festival 2020. Nata a Varese nel 2004 e cresciuta a Piombino, Tecla si è esibita sul palco del Teatro del Casinò ligure in occasione della finale Giovani e ha presentato dal vivo il brano con cui si presenta alla kermesse di febbraio: 8 marzo.
“Sono onorata di poter portare un pezzo che parla della forza femminile, sono giovane ma ho già una mia visione sul mondo. – racconta la giovane interprete – Nessuno può decidere cosa dobbiamo fare, dire o essere. Dimostriamo a noi stesse cosa siamo in grado di fare.”
A firmare 8 marzo (Rusty Records) sono Piero Romitelli e Rory Di Benedetto che insieme a Emilio Munda, Rosario Canale e Marco Vito hanno composto anche la musica mentre la produzione è di Diego Calvetti. Il brano è un inno alla forza femminile nel quotidiano e suona in radio dal 20 dicembre.
Tecla: il testo di ‘8 marzo’
In fin dei conti la vita è come un viaggio
comincia con un pianto dopo l’atterraggio
facciamo giri immensi e ogni coincidenza che perdiamo
è un nuovo punto di partenza
In fin dei conti noi siamo di passaggio
come le rondini, come l’otto marzo
e non basta ricordare di una festa
con un fiore se qualcuno lo calpesta
E nelle vene gli anticorpi alla paura
i silenzi che ci fanno da armatura
è resilienza io so la differenza
tra uno schiaffo e una carezza
Siamo petali di vita che hanno fatto un giorno la rivoluzione
respiriamo su un pianeta senza aria perché il buio non ha un nome
hai capito che comunque dal dolore si può trarre una lezione
ci vuole forza e coraggio
lo sto imparando vivendo
ogni giorno questa vita
La verità, siamo candele nella notte
a illuminare mentre la gente chiude porte
nei maglioni lunghi a nascondersi nel niente
dagli sguardi di chi resta indifferente
Abbiamo dato troppo e poco ci è concesso
certe lacrime non chiedono permesso
nello specchio, negando l’evidenza
chiamarlo amore quando è solo dipendenza
Siamo petali di vita che faranno un giorno la rivoluzione
respiriamo su un pianeta senza aria perché il buio non ha un nome
hai capito che comunque dal dolore si può trarre una lezione
ci vuole forza e coraggio
lo sto imparando vivendo
ogni giorno questa vita
Se ci crolla il mondo addosso
come sempre ci rialziamo
nonostante a volte “uomo” non vuol dire “essere umano”
per tutto il sangue che è stato versato…
Siamo petali di vita e la violenza non ha giustificazione
respiriamo su un pianeta senza aria perché il buio non ha un nome
hai capito che comunque dal dolore si può̀ trarre una lezione
ci vuole forza e coraggio
lo sto imparando vivendo
ogni giorno questa vita
In fin dei conti noi siamo di passaggio
come le rondini, come l’otto marzo
e non basta ricordare di una festa
con un fiore se qualcuno ci calpesta.
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