A difendere il mercato nazionale degli strumenti musicali scende in campo Jean Michel Jarre vediamo perchè.
A difendere il mercato nazionale degli strumenti musicali scende in campo Jean Michel Jarre vediamo perché.
In piena ondata Covid19 non ci si rende neanche conto di quale effetto isolamento e chiusura possano fare a certi settori industriali come quello artistico e creativo. Oggi parliamo del comparto musicale ed in particolare degli strumenti musicali. Non solo gli artisti sono fermi, sono ferme le maestranze che accompagnano gli spettacoli e sono bloccate anche tutte, o quasi, le attività di fornitura di qualunque venue italiana, dallo stadio al piccolo club.
Chi pensiamo oggi possa comprare un nuovo impianto audio per il proprio locale? Ben pochi.
In questo clima da deserto dei tartari che colpisce dalla A alla Z un intero ecosistema non siamo sorpresi da un appello di un grande della musica mondiale made in France: Jean Michel Jarre. Più che un grande, un dio. Un appello che troviamo condiviso sul sito del distributore Midiware ma che potrebbe valere per qualunque distributore nazionale: comprate nazionale, buy local. A seguire lo stesso appello Jordan Rudess, mastro tastierista dei Dream Theatre.
“Compra nazionale”. No, non si tratta di una promozione di tabacco ma semplicemente di un suggerimento all’acquisto di materiale e strumenti musicali da negozi nazionali, siano questi online o negozi fisici.
Cos’è il buy local? Una semplice esortazione: che la Francia compri da negozi francesi, l’Italia dagli Italiani, la Germania da store tedeschi. Sembra un appello insensato? Tutt’altro! Grazie alle dinamiche della globalizzazione gli acquisti di strumenti musicali si sono concentrati su piattaforme internazionali che hanno dominato il mercato per prezzo e qualità del servizio, e fin qui niente di male. Ora i prezzi e la qualità di servizio sono standard e li potete trovare anche nel vostro paese, in Italia, e quindi perché portare i soldi all’estero? Da questa osservazione il pensiero di questi musicisti.
Se da una parte abbiamo avuto una digitalizzazione del servizio vendita coniugato a un “tutto subito a casa” dall’altra misuriamo un progressivo smantellamento della nostra cultura, almeno di un pezzo, purtroppo l’ennesimo, rappresentato dalla bottega, il negozio. Una volta comprata una chitarra come scegliere l’amplificatore? Come provarlo? Da chi essere consigliati. Alcuni diranno “basta leggere le recensioni, pareri e riviste”. Si, ok, ma quanto vale poter avere 15 minuti con un esperto? Difendere il settore degli store nazionali vuol dire premiare quelle strutture che, oltre a essere competitive sul prezzo e valide nel servizio postvendita, ci danno modo, ogni volta, di provare gli strumenti con un personale sempre cortese e disposto a darci delucidazione. Chi non ha saputo dotarsi di cortesia e competenza è uscito dal mercato già parecchio tempo fa.
Allora proprio in questo momento dove tra una costrizione e un’altra siamo tutti fra le pareti domestiche, se vi viene voglia di comprarvi un nuovo mixer con microfono e casse o un piano per cantare il vostro artista preferito, acquistate local, parola di Jean Michel Jarre.
Per altro, proprio nel consumo domestico gli store stanno trovando una nuova clientela fatta non di professionisti, che stanno praticamente alla canna del gas se mi permettete il termine, ma di nuovi giovani e vecchi amatori alla scoperta o riscoperta dell’arte musicale. Allora, in attesa di tempi migliori, non ci rimane che rivolgere il nostro bisogno di acquisto prendendo di mira gli store nazionali e darci al #BuyLocal.
Vive la France!