Si chiama OlzeMusic ed è la prima piattaforma multimediale italiana dedicata alla musica. Una realtà nata in realtà tre anni fa quella di Olze, ma la piattaforma prende vita proprio in questi giorni con lo scopo di colmare «tre vuoti nel mondo della musica online». Ce li spiega Alberto Maria Timothy Casanova, CEO & Founder di OlzeMusic.
«Innanzi tutto, non esiste un tripadvisor della musica. – esordisce subito Casanova – Un posto dove siano gli utenti a dire cosa pensano della musica. Un luogo dove poter dire che 100mila ascolti di una canzone che ha tre stelle non valgano più di 10mila ascolti di un brano con cinque stelle. Gli utenti potranno catalogare la musica del nostro database, che è enorme».
Il database di OlzeMusic è di matrice americana e comprende, di fatto, 20 milioni di brani. La vera innovazione è l’innesto attraverso cui OlzeMusic contribuisce a farlo espandere con le segnalazioni degli utenti. Il match tra database e sito avviene poi attraverso un algoritmo, che consiglia all’utente artisti affini ai suoi preferiti pensando però in grande e avvicinando il suo pubblico anche agli emergenti.
Il secondo vuoto che OlzeMusic si propone di colmare trova una soluzione in OlzeMusic Tv, che distribuisce i suoi contenuti grazie al Fluid Content di Sky. «Si tratta di un posto – dice Casanova – in cui gli artisti possono raccontare cosa sono veramente. E non in poche righe come avviene sui social. Possono raccontarsi non a spezzoni, ma dall’inizio alla fine. Infine, ci sono i contest online. Non sono una novità. Però su OlzeMusic anche artisti che arrivano dal nulla possono essere votati dagli utenti per diventare artisti veri con un contratto con Sony. Abbiamo premi e strade già tracciate per i vincitori».
OlzeMusic, i contenuti: dall’urban alla sfera live
Il Responsabile Unico Contenuti Speciali è Massimo Tettamanti, che ha introdotto la stampa ai primi progetti di OlzeMusic. A partire da The Beatz Story.
«Racconta come nasce la musica moderna partendo da una figura meno nota agli utenti, quella del producer. – spiega Massimo – Sono più noti i rapper che stanno di fronte alle telecamere, piuttosto che i producer. Noi iniziamo con tre episodi dedicati a Boston George. Poi ciascun producer è libero di invitare chi vuole. Boston George, ad esempio, ha invitato Vegas Jones e artisti meno noti per poter mostrare la figura del producer come scouting».
Shine in Venice è invece una serie che si propone di uscire dal mondo urban e rap. «Verranno scelte location particolarmente artistiche – commenta – e un artista si esibirà con un concerto in quella location. Al momento, ovviamente, stiamo registrando con tutti i limiti del Covid. Un altro progetto si propone di andare in giro per l’Italia intervistando artisti o aspiranti artisti nelle zone socio-economicamente più difficili d’Italia. Vogliamo raccontare come può nascere la musica in un ambiente dove la musica fa fatica a vedere la luce».
E poi ancora Come il Mare, che racconta la vita e la storia di Vale Lambo, e il contest Dance Fighters, le cui iscrizioni sono aperte dal 6 aprile. Di base OlzeMusic si presenta come una piattaforma ricchissima di contenuti legati al mondo della musica.
«Il pubblico di riferimento sono i giovani – conclude Massimo – e ci stiamo muovendo da quello. Ma la musica è tutto e, da lì, ci possiamo espandere da ogni altro ambito. Non vogliamo coprire tutto e subito. Il target principale sono gli appassionati di musica e quello secondario sono gli artisti emergenti. È un modo per gli artisti emergenti di mostrarsi e un canale in più per loro senza che siano schiacciati da colossi».