In un video pubblica sui social, J-Ax racconta di aver avuto il Covid e critica l’amministrazione italiana e la gestione dell’emergenza.
Con un video pubblicato sui social, J-Ax confessa di aver avuto il Covid. L’artista racconta come ha vissuto la malattia e il motivo per cui finora non ha voluto parlarne.
«Avete visto che nell’ultimo mese ho condiviso molti momenti della mia vita, questo perché mi stava passando la mia vita davanti. Ho avuto il Covid. – esordisce subito J-Ax – Non ne ho voluto parlare prima per rispetto, ci sono mezzo milione di positivi e migliaia di italiani sono ricoverati. Io sono un privilegiato e la mia voce poteva soffocare quella di italiani realmente in difficoltà, ma ho appena fatto un tampone molecolare che ha confermato che io, mia moglie e mio figlio siamo negativi quindi ho pensato che adesso fosse il momento di raccontarvi la mia storia».
«È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto. Ho avuto momenti in cui sono stato male ma mai, mai come il Covid. È impossibile da spiegare, raga. Se non l’hai vissuto sulla tua pelle, è impossibile. È il peggior mal di testa della tua vita, io ho dovuto prendere quattro diversi farmaci per cercare di calmarlo e non funzionavano. Ed ero comunque steso a letto impossibilitato a muovermi. E lo stomaco ti si piega in due, sono tutte le ossa che non finiscono di farti male, tutto quello che… questo e altro che evito di raccontarvi e tutto nello stesso momento».
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«E soprattutto l’ansia di non sapere cosa accadrà. Se sarà solo questo o se peggiorerà. È la paura, come è successo a me a mia moglie, di poter lasciare nostro figlio orfano. […] È la rabbia di sentirsi abbandonati dal tuo Stato soprattutto. – continua il rapper – Perché di amici che ti vogliono portare la spesa a casa ne trovi quanti ne vuoi, peccato che c’è già Amazon. Mentre, invece, nessuno, nessuno ha trovato il modo di sostituire chi ci amministra perché io ho vissuto questa situazione lo ripeto, da privilegiato».
J-Ax, il Covid e l’incapacità dello Stato di «gestire un’emergenza pubblica»
«Ma uno dei miei pensieri fissi, durante tutti questi giorni chiuso in casa è stato: come può una famiglia con tre figli che vive in un bilocale uscirne. Io nella mia casa non sapevo cosa rispondere quando mio figlio mi chiedeva perché non poteva vedere la nonna o andare a scuola o i suoi amici».
J-Ax parla dell’effetto psicologico della malattia, soprattutto sui più piccoli. «E allora, sale la rabbia. – dichiara – Sale la rabbia, pensando all’incapacità nel gestire un’emergenza pubblica. Ok, la pandemia iniziale, nessuno poteva immaginare e prepararsi a qualcosa di simile, ma è passato un anno. Non si tratta più di un colossale imprevisto, ma di gestire il concreto presente, è questione di trattare, negoziare, organizzare, comunicare».
«La questione è quindi esclusivamente politica. – conclude J-Ax – Ed è, quindi, un totale fallimento politico il fatto che gli italiani non siano ancora stati vaccinati in massa e che non sappiamo, nemmeno, quando questo avverrà con chiarezza o certezza. […] I vaccini esistono. Semplicemente, c’è stato un catastrofico fallimento di chi ci amministra in Italia e in Europa nel farceli avere. E questi fallimenti gli italiani li pagano con la morte. Quella dei loro cari e quella del loro futuro. I morti della prima ondata li ha fatti il Covid. Questi, la vostra coscienza, chi vi dice chi li ha causati? Di chi è la colpa? Non c’è più tempo per sbagliare, solo agire».