Raccontare attraverso l’arte storie quotidiane, drammi che affliggono la nostra società e portare lo spettatore a riflettere. Else, opera lirica che verrà presentata in anteprima assoluta al Teatro Poliziano, sabato 31 luglio all’interno della manifestazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, racchiude in se tutto questo.
Ispirata alla novella di Arthur Schnitzler “La signorina Else”, l’opera commissionata proprio dal Cantiere al compositore Federico Gardella e alla drammaturga Cecilia Ligorio (che ne firma anche la regia) affronta il delicato e sempre attuale tema della violenza nelle sue molteplici sfumature e dello sfruttamento femminile. Una storia, una violenza, che non si esaurisce con il chiudersi del sipario come spiega la regista e drammaturga Ligorio, ma che purtroppo è esperienza reale che si muove nel nostro quotidiano.
“Else parla delle molteplici forme che assumono la violenza e lo sfruttamento del femminile. Non esiste nessuna donna, ragazzina, figlia, madre, sorella, amica, che non si sia trovata almeno una volta nella umiliante situazione di sentirsi oggetto inerte di un desiderio volgare e non condiviso, anche se solo per un attimo, anche se in modo superficiale, così superficiale da venire considerato pericoloso o illegittimo.”
Cecilia Ligorio
Perché non serve subire un abuso fisico per essere vittima di un abuso e questo porta ad una interpretazione ancora più ampia.
“Else non parla solo di violenza sulla donna. Else parla dell’abuso di potere sull’intimità, che è forse una delle più insidiose malattie del nostro tempo.”
Cecilia Ligorio
A realizzare le musiche che accompagnano questo intenso e potente racconto, Federico Gardella che spiega come ognuno dei personaggi della storia, sia complice a modo suo del precipizio in cui la protagonista cade.
“La storia di Else è, in effetti, la storia di un precipizio in cui ognuno dei personaggi è, a suo modo, complice. La musica disegna questo precipizio, scolpisce questo strapiombo: così l’opera si chiude con un “lamento”, un lento addio al mondo che ci invita a riflettere sulle nostre fragilità, chiedendoci di proteggerle, come si protegge un bene prezioso.”
Federico Gardella
I bozzetti dell’opera sono invece stati affidati alle mani e alla visione degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Il Cantiere: una residenza di giovani artisti emergenti e non, dove confrontarsi, cresce e creare
Fondato nel 1976 dal compositore tedesco Hans Werner Henze come residenza di giovani artisti emergenti e grandi nomi del panorama culturale, il Cantiere giunge quest’anno alla sua 46° edizione. Nato con l’intento di stimolare conoscenze, professionalità e confronto a livello sia europeo che internazionale, non è solo un festival ma anche una fucina di giovani talenti.
Un esempio tra tutti, l’Orchestra Poliziana, orchestra del Cantiere a cui è affidata anche il concerto di chiusura con il pianista di fama mondiale Davide Cabassi, formata da artisti residenti in età dai 14 ai 20 anni a cui si aggiungono alcune eccellenze dei corsi dei più piccoli e del conservatorio. Proprio per loro, in un’ottica di ripartenza dell’arte investendo sui giovani talenti, il Cantiere ha commissionato un pezzo al compositore e direttore d’orchestra Carlo Boccadoro, l’inedito “Ecco sparir le stelle”.
La storia di Else
Estate. Else – una giovane viennese di buona famiglia – sta trascorrendo le vacanze presso una residenza alpina. Possiede la bellezza della giovinezza, è vanitosa, sogna l’amore. Ed è sola. Il sole incendia la cresta delle montagne quando Else riceve una lettera sconcertante: il padre, giocatore d’azzardo impunito, ha di nuovo perso tutto: questa volta sono davvero rovinati. La madre scongiura Else di rivolgersi al ricco signor Dorsday, ospite dell’albergo, e chiedergli aiuto costi quel che costi. Ma il costo stabilito dall’inquietante uomo sarà godere della nudità di Else. La giovane, in poche ore, precipita in un vortice di sconforto, impotenza, vergogna ed angoscia. Il suicidio diventerà l’unica forma possibile di negazione e resistenza al mondo della volgarità degli adulti che la circondano e che finirà per divorarla, trascinandola verso un triste – e tragicamente banale – epilogo.
Alla nudità del corpo di Else corrispondere, nella novella di Schnitzler da cui è tratta l’opera, la messa a nudo della sua vita interiore. L’autore si serve del flusso di coscienza per intraprendere il viaggio nelle pieghe dei pensieri della ragazza rendendoci testimoni del dialogo solitario e violento con le sue ombre.
Crediti foto@Ufficio stampa Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte