Giovedì 18 luglio l’artista italiano Jago, accompagnato dall’icona Whoopi Goldberg e da alcuni membri delle istituzioni locali, ha svelato la sua nuova scultura in marmo. Look Down – questo il titolo dell’opera – si trova a Thomas Paine Park (New York) e raffigura un bambino addormentato. A ispirarne la realizzazione, come ha raccontato lo stesso Jago, è stata una visita a New York nel 2018, durante la quale fu colpito dalla vista dei senzatetto dormienti per strada.
LEGGI ANCHE: — Obey, musica e arte nella sua prima personale in Italia
Quell’incontro ha portato, infatti, l’artista a riflettere su quanto sia comune diventare insensibili alla presenza dei senzatetto, passando oltre senza notarli. Una consapevolezza che ha profondamente segnato l’artista, facendogli considerare che ogni clochard è stato un neonato. Da qui, il messaggero di Look Down, che vuole essere un invito a guardare verso il basso per riflettere sui problemi della povertà e della discriminazione attraverso una nuova prospettiva. La scultura resterà esposta a Thomas Paine Park fino a ottobre.
“Quando ho creato questa scultura – racconta lo stesso artista – avevo un’idea precisa: raccontare la storia di chi non ha un tetto sulla testa. Dopo averla esposta a Napoli nell’abbraccio di Piazza Plebiscito, negli Emirati Arabi Uniti nel deserto di Fujairah, a Roma davanti al Colosseo e a Palermo a Palazzo Reale, ho capito che il senso dell’opera è quello che il contesto, le persone e il periodo storico le attribuiscono. Oggi questo bambino, che dovrebbe essere un simbolo della più bella umanità, è un’immagine dell’insensata barbarie di pochi verso i molti. Che rende i bambini di tutto il mondo vittime sacrificali, numeri, bilanci, a cui si può togliere tutto, la casa, la vita”.
Jago, nato a Frosinone nel 1987, è un rinomato scultore italiano che fonde tecniche tradizionali con tematiche contemporanee. Utilizzando il marmo, un materiale nobile, affronta questioni fondamentali del nostro tempo, stabilendo un rapporto diretto con il pubblico attraverso video sui social network per condividere il suo processo creativo.
Michael Appleton/Mayoral Photography Office Foto da Ufficio Stampa