All’evento di fine anno organizzato da TikTok dedicato ai neologismi Treccani 2024, abbiamo incontrato la creator Lavinia Giuliani che racconta l’arte sulla piattaforma. La nostra intervista.
TikTok Italia ha affidato alla creator Lavinia Giuliani (@laviniagiuliart) la spiegazione di uno dei neologismi che Treccani ha riconosciuto nel 2024. Cinque vocaboli, per molti sconosciuti ma per moltissimi ormai di uso consueto, che sono nati o esplosi proprio sulla piattaforma con un successo tale da far guadagnare loro l’ingresso ufficiale nel vocabolario Treccani. Si tratta, dunque, di un nuovo traguardo linguistico che la cultura pop digitale raggiunge, consolidando il ruolo delle community come incubatrici di creatività e di trasformazioni culturali.
I termini in questione – e qui vi sfidiamo: quanti ne conoscete? – sono Creator, Delulu, Demure, POV e Slayare. Parole simbolo di una generazione, che raccontano non solo la fluidità del linguaggio ma anche l’arte di reinventarsi per comunicare nuove realtà. A Lavinia, dicevamo, tocca il termine Demure da usarsi come sinonimo di elegante e riservato. In questo senso, è tale anche una certa estetica minimalista e sofisticata. Tuttavia, su TikTok, il termine assume una dimensione ironica e antifrastica, simile a un’opera d’arte concettuale che gioca con i preconcetti e le aspettative del pubblico.
Ma cosa significa comunicare l’arte a una community digitale? “Il mio percorso all’interno di TikTok è nato assolutamente per caso”, ci spiega la creator. “Di certo, sapevo che volevo parlare d’arte. All’inizio ho deciso di fare soltanto un voiceover usando tante immagini; una volta caricato, nel giro di un’ora aveva fatto dei numeri pazzeschi. Un sacco di persone mi chiedevano di farne altri”. Sul focus artistico, o meglio sull’interesse verso l’arte diventato poi il core della sua comunicazione, Lavinia ci racconta: “Sono sempre stata molto interessata all’arte, fin dal liceo. Ho frequentato il linguistico ma l’arte è sempre stato uno dei miei interessi principali”.
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Il linguaggio dell’arte per la community
Una passione tra le tante. “Facevo danza classica e ho fatto anche gli esami con la Royal Ballet di Londra. Poi, purtroppo, per un incidente ho dovuto appendere le scarpette al chiodo. Sono diventata una truccatrice e, infine, ho capito che volevo parlare d’arte. Ho iniziato l’università dove studio arte e comunicazione per la valorizzazione dei beni culturali. Quando ho aperto il mio canale TikTok non c’erano tanti creators che parlavano d’arte, quindi non sapevo bene a chi ispirarmi. Ancora oggi, ce ne sono pochi e molto validi ma, se devo essere sincera, nessuno usa il linguaggio che volevo usare io”.
“Secondo me – prosegue – c’è una linea molto sottile che divide la divulgazione dalla saccenza e c’è il rischio di sembrare troppo saccenti. Sinceramente, quando apro TikTok voglio anche un po’ frivolezza pur imparando qualcosa. Ho cercato di togliere quel velo elitario che si è creato sull’arte perché, in realtà, l’arte non è elitaria. È un bene culturale e, come tale, appartiene a tutti. Da qui la scelta di parlarne alla community come quando ne parlo con le mie amiche, in maniera friendly e colloquiale”.
E l’approccio evidentemente è piaciuto molto al pubblico, anche a quello più giovane spesso lontano dal mondo dell’arte. “La mia community va dai 16 anni fino ai 25 circa, ma ci sono anche persone più adulte che mi seguono e apprezzano i miei contenuti pop. È un pubblico molto curioso, che ha sete di conoscenza che ama il linguaggio moderno, appunto pop, per la divulgazione dell’arte”.
Immagini da Ufficio Stampa