Un’inedita installazione nel cuore di Roma trasforma il simbolo del passaggio in un luogo di sosta e riflessione.

All’alba della giornata di giovedì 27 febbraio, un’inedita opera ha ridisegnato il paesaggio urbano della Capitale. Si tratta di enormi sampietrini trasformati in sedute monumentali che hanno fatto la loro comparsa in alcune delle piazze più iconiche di Roma. Un gesto che non intende essere provocatorio fine a se stesso, ma aspira ha un intento artistico e sociale firmato dall’artigiano e artista Marco Duranti.
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Con Sampietrone tra il passato e il futuro – questo il titolo dell’intervento urbano –, Duranti vorrebbe infatti invitare a una riflessione profonda sull’identità della città. Realizzata nella notte con una discrezione quasi teatrale, l’installazione ha immediatamente acceso il dibattito: arte, design e memoria urbana si intrecciano in un’operazione che sfida la città a riconoscersi e a reinventarsi.


Perché se Roma è una città in perenne movimento, i Sampietroni di Duranti impongono una pausa, un momento di sosta e di confronto. Il sampietrino, elemento che da secoli scandisce il passo dei romani e il ritmo della città, cambia dimensione e funzione, emergendo dal selciato per trasformarsi in una seduta monumentale.
“Non è solo una seduta”, spiega Duranti, “è un punto di incontro simbolico tra chi siamo stati e chi possiamo diventare. Il sampietrino, da sempre simbolo di movimento e passaggio, diventa ora un luogo di riflessione e confronto.”
Un percorso in quattro tappe: il linguaggio del Sampietrone
Le installazioni di Duranti si sviluppano attorno a tre concetti chiave – connessione, trasformazione e progresso – e seguono un percorso concettuale specifico in quattro momenti. Ogni Sampietrone, poi, è accompagnato da una frase che ne svela l’evoluzione:
- SO CRESCIUTO SO SEMPRE IO
La prima installazione rassicura i cittadini: il sampietrino è sempre lo stesso, ma ora è cresciuto, così come Roma e chi la vive. - SO CRESCIUTO SO RINATO
La trasformazione è un atto di rinascita. Cambiare non significa perdere identità, ma rinnovarsi senza dimenticare le proprie radici. - SO CRESCIUTO SO FUTURO
Dopo la rinascita arriva la visione. L’arte invita a guardare avanti, a immaginare una Roma che sappia abbracciare il futuro senza tradire la propria storia. - SO CRESCIUTO ORA PARLO IO
L’ultima installazione è una dichiarazione d’intenti: l’arte prende voce, reclama attenzione, racconta il proprio significato.
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“Il susseguirsi delle installazioni ha creato un percorso. Dal rassicurare i cittadini che non era nulla di pericoloso, fino a far capire che dietro c’era una nuova scoperta, una rinascita. Da questa rinascita si apre un nuovo futuro. Ma per affrontarlo bisogna spiegare: che cos’è il progetto e, soprattutto, perché è stato necessario arrivare a un gesto così eclatante, quasi non voluto, ma inevitabile”, afferma ancora Duranti.
L’artista sottolinea, quindi, l’importanza di preservare il sapere manuale perché la sua opera diventa un atto di tutela per il sapere artigiano, oggi sempre più marginalizzato. “L’artigianato è il ponte tra l’idea e la realtà, è il passaggio che concretizza il pensiero e gli dà la capacità di essere vissuto nel futuro. La tecnologia da sola non basta: serve il sapere della materia, che si esprime attraverso il sapore delle mani.”, dichiara.
Tra design, architettura e denuncia sociale: il Sampietrone come esperienza urbana
Con la sua opera, Duranti accende anche i riflettori su questioni cruciali e quanto mai attuali: le pari opportunità, il ruolo delle giovani generazioni, la difficoltà delle istituzioni nel sostenere l’innovazione. “Non si tratta solo di criticare, ma di creare soluzioni che ispirino un cambiamento”, afferma. “Queste installazioni sono state necessarie perché, dopo cinque anni di incontri con le istituzioni, ci siamo trovati a dover cambiare strategia. Nonostante i nostri sforzi nelle vie lecite, il progetto non ha ricevuto il supporto sperato.”
E prosegue: “La battaglia che voglio portare avanti non è solo dare a Roma una speranza di vita eterna. Non intendo dire che il Sampietrone sia la soluzione, ma un esempio. Un esempio per portare i prossimi inventori e i prossimi giovani ad essere ascoltati, per portare innovazione e futuro. Va tutelato, non tolto”. Un appello, dunque, a riconoscere e proteggere il valore dell’innovazione, per evitare che le idee si perdano nel disinteresse o vengano soffocate dalla burocrazia.

Da parte propria, l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia ha riconosciuto il valore dell’opera, come evidenziato dalle parole di Flavio Mangione su AR Magazine: “Brevettare significa tutelare una qualsiasi invenzione tecnica che porti alla soluzione di problemi concreti, a un miglioramento della qualità della nostra vita nonché a un suo senso civile ed estetico”.
Ecco, allora, l’invito alla cittadinanza (ma non solo): “Voglio che romani e turisti si fermino, si siedano, si guardino intorno e si chiedano: cosa vogliamo davvero per questa città? Voglio che guardino la città da un’altra prospettiva”, spiega Duranti. “Roma è una città fatta di storie e contraddizioni. Ma proprio da queste contraddizioni può nascere una nuova visione. Il Sampietrone è il simbolo di una città che non si arrende e che, nonostante tutto, continua a sognare e a creare”.
Immagini da Ufficio Stampa