Una vetrina che si trasforma in piazza attraverso un linguaggio artistico che sfugge alle regole: è ‘Super Super’ di Margherita Moscardini.
Platea | Palazzo Galeano a Lodi ospita, dal 29 marzo al 15 giugno, Super Super, personale di Margherita Moscardini curata da Gabriella Rebello Kolandra. Realizzata con la Gian Marco Casini Gallery, questa esposizione apre il palinsesto Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, che proseguirà fino a gennaio 2026.
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Il progetto, curato da Kolandra, si ispira a Caetano Veloso e al Teatro Oficina di Lina Bo Bardi, celebrando la strada come luogo politico e poetico. Dopo Moscardini, sarà la volta di Ulyana Nevzorova (giugno-agosto), Rebeca Pak (settembre-novembre), Vashish Soobah (novembre-gennaio) e Marvin Gabriele Nwachukwu.

Primo step, dunque, è Super Super che trasforma la vetrina di Palazzo Galeano in uno spazio vivo, accessibile 24 ore su 24. Illuminate dall’esterno come la strada, le sculture in argilla di Moscardini si muovono giorno dopo giorno, suggerendo un abitare temporaneo che sfuma i confini tra pubblico e privato. “È un altro tipo di spazio, condiviso e senza comando”, sembra dire l’artista con queste opere fragili e potenti.
E a qualche giorno dall’inaugurazione, il 5 aprile, nell’ambito di Essere Fiume allo Spazio 21 (curato da Silvia Franceschini con Arianna Angeloni, Beatrice Marangoni e Anna Viola Premoli), debutta The City, un video commissionato da Platea. Qui, il fiume Adda, un ponte trafficato e gli abitanti di Lodi si fondono in un’immagine in lenta metamorfosi, ritratto della città come organismo vivente.
Classe 1981, Moscardini intreccia architettura, urbanistica e cittadinanza in una pratica multiforme. Le sue sculture – da Istanbul City Hills a The Fountains of Za’atari – cercano di sfuggire alla sovranità territoriale, mescolando disegno, video e interventi su larga scala. A Lodi, Super Super e The City riflettono sulla possibilità di un nuovo spazio pubblico, non più opposto al privato ma aperto alla condivisione.
Immagini da Ufficio Stampa