Il Presidente sposta il quadro di Barack Obama dal Grand Foyer della Casa Bianca e ne fa posizionare uno suo.

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Il passaggio di Donald Trump alla Casa Bianca è ben visibile anche dalle sue scelte in termini di arredamento: lo Studio Ovale, il suo ufficio, a detta di chi lo frequenta è diventato un tripudio di oro e barocco, con addirittura una riproduzione della Coppa del Mondo e le pareti piene zeppe di quadri.

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Proprio conoscendo la sua predilezione per l’oro, l’artista italiano Maurizio Cattelan gli aveva proposto nel 2016, al primo mandato, in comodato d’uso gratuito la sua toilette in oro massiccio, “American”, direttamente dal Museo Guggenheim. Il Presidente disse no e il water venne rubato, ma questa è un’altra storia.

Il quadro di Trump che incita alla lotta

Tornando al punto, il gusto di Donald Trump riverbera in ogni luogo della Casa Bianca: l’ultima aggiunta è un quadro che lo ritrae nel Grand Foyer della Casa Bianca. Non un quadro qualunque, ma il ritratto di un momento storico e drammatico: gli attimi immediatamente successivi all’attentato di Butler, in Pennsylvania, che colpì Trump ad un orecchio mancando il suo collo per una questione di centimetri.

Mentre gli uomini della scorta si gettavano su di lui per proteggerlo da altri eventuali proiettili e cercavano di costringerlo ad abbassarsi, Trump con il volto insanguinato si rivolgeva alla folla incitando alla battaglia, gridando “fight fight! fight!” e agitando il braccio. Un momento immortalato dal fotografo di Associated Press Evan Nucci, che è diventato oggi il modello per il quadro.

Per far posto alla celebrazione di Trump rimosso il quadro che ritraeva Barack Obama, spostato dall’altra parte del Grand Foyer al posto di un ritratto del presidente George W. Bush, a sua volta spostato per raggiungere il padre da una vicina scalinata.

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