La cittadina francese è il luogo dove Van Gogh riposa e dove ha prodotto oltre 80 dipinti: il Comune sta cercando di espropriare un pezzo di giardino in cui l’artista dipinse il quadro ‘Le radici dell’albero’.
I coniugi Jean-François e Hélène Serlinger, che vivono al civico 48 di Rue d’Aubigny nel piccolo comune di Auvers-sur-Oise, 7mila abitanti a ovest di Parigi, da anni affrontano una disputa legale con il comune per colpa di Vincent Van Gogh. Proprio così: un pezzo del loro giardino rischia di essere espropriato dal demanio perché riconosciuto patrimonio pubblico, dal momento che nel 2020 è stato identificato come l’esatta porzione di terreno in cui Van Gogh dipinse il quadro Le radici dell’albero, del 1890.
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I coniugi Serlinger si sono rivolti alla magistratura che gli ha dato inizialmente ragione, decisione confermata anche dal tribunale d’appello di Versailles, che ha stabilito che le radici si trovano nel terreno dei Serlinger e che di conseguenza non possono essere considerate parte del demanio pubblico. La sindaca Isabelle Mézières ha dichiarato che ricorrerà in Cassazione.
In seguito i Seringer si sono ammorbiditi e hanno deciso di aprire il loro terreno alle visite dei tanti appassionati d’arte che transitavano da quelle parti. Nel 2023 hanno fondato un’associazione no-profit dedicata alle radici di Can Gogh e nel 2024 hanno iniziato ad organizzare visite private nel loro terreno: mezz’ora, 8 euro. Tutti i ricavati, ha dichiarato Jean-François Serlinger, servono come costi di mantenimento.
Auvers-sur-Oise e il rapporto con il mondo dell’arte
D’altronde Auvers-sur-Oise non è un posto come un altro. È qui che il grande Vincent Van Gogh concluse la sua sfortunata vita e qui riposano le sue spoglie mortali, nel piccolo cimitero cittadino. In questo luogo molti furono i grandi nomi dell’impressionismo che transitarono, da Cezanne a Charles-François Daubigny, da Camille Pissarro a Jean-Baptiste Camille Corot.
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Van Gogh, in particolare, si trasferì ad Auvers dopo un lungo internamento in manicomio a seguito dell’automutilazione dell’orecchio sinistro in una crisi di follia, sperando che il dottor Paul Gachet, medico e pittore dilettante egli stesso, potesse guarirlo.
L’Auberge Ravoux
Purtroppo non andò così e Van Gogh, dopo 70 giorni, morì suicida all’Auberge Ravoux, che all’epoca di chiamava Café de la Mairie e che oggi è una enoteca e caffetteria. La stanza in cui Vincent si uccise sparandosi al petto, la numero 5, non venne più affittata. In quella stanza dipinse oltre 80 dipinti e 64 disegni.
Oggi l’Auberge Ravoux è un luogo della memoria, un ristorante e un’attrazione turistica. Così, la stanza in cui visse e morì van Gogh è aperta al pubblico. È vuota, ad eccezione di una sedia e di una vetrina destinata ad accogliere un quadro.