La Processione del Cristo Risorto di Tarquinia: la storia della statua, i Portatori di Tronchi e i versi di Vincenzo Cardarelli.

Sta per tornare – come ogni anno durante le feste di Pasqua – l’appuntamento a Tarquinia con la Processione del Cristo Risorto. Una tradizione le cui origini – almeno quelle note – risalgono addirittura al 1778. È di quell’anno, infatti, un manoscritto (rinvenuto negli archivi della Società Tarquiniese d’Arte e Storia) che cita una Statua della risurrezione, portata in processione da chi apparteneva alla Corporazione dei Falegnami.
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«La Processione del Cristo Risorto nasce a Tarquinia nel 1635. – ci racconta Cesare Bendotti, portatore di una delle Croci – Prima però veniva portato in processione un paliotto che raffigurava la Resurrezione. In seguito la Confraternita dei Falegnami, per 122 scudi, fece fare dallo scultore Bartolomeo Canini l’attuale statua del Cristo Risorto». La statua venne terminata nel 1832, come riporta il piedistallo.
La Processione del Cristo Risorto a Tarquinia
«Canini – continua Bendotti – si ispirò ad una scultura di gesso di Pietro Tenerani che era situata a Lucca in una Chiesa. Per noi la Processione rappresenta un simbolo, un patrimonio genetico. Si potrebbe dire che nasciamo già con il gene della Processione del Cristo Risorto. Racchiude emozioni, fa rivivere ricordi e fa ritornare al paese tanta gente che magari abita all’estero».

Già dal venerdì, in realtà, il paese della Tuscia inizia le celebrazioni con la Processione del Venerdì Santo. «Vengono portate statue in processione per le vie del paese, accompagnate dalla banda e da bambini», commenta Cesare. Oltre alla storica e ormai iconica statua (nel 1994 si guadagnò anche un francobollo ufficiale), tra gli elementi fondamentali della Processione del Cristo Risorto ci sono anche i cosiddetti Portatori delle Croci (meglio noti come Portatori dei Tronchi).
I Portatori di Tronchi e i versi di Vincenzo Cardarelli
«Le croci sono nove più una. – dice Cesare – Rappresentano le dieci parrocchie di Tarquinia. I tronchi sono alti 3,80 metri, sono fatti di castagno e rivestiti in sughero. Ogni croce ha quattro portatori che, a partire da un mese prima della Pasqua, si allenano per far sì che tutto riesca nel migliore dei modi». I più attenti ricorderanno sicuramente che – tra i testimoni di questi allenamenti – qualche anno fa ci fu anche Jacopo Fo, ritrovatosi a Tarquinia in quei giorni e che, per caso, di notte si vide passare davanti i Portatori.
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Nel giorno di Pasqua, invece, «si parte da via San Giuseppe. – racconta Cesare – La statua con un tronco arriva all’Ospedale, benedice i malati e torna indietro. A Via XX settembre si riunisce il gruppo e si va in processione fino all’arrivo, la piazza del comune». Circondata da leggende e folklore, la Processione del Cristo Risorto non solo anima il paese, ma è parte integrante dell’identità dei suoi cittadini. Basti pensare che Vincenzo Cardarelli, poeta cornetano, dedicherà all’evento una nota poesia Il sole a picco.