Ghemon: «Musica curativa, celebrativa e che guarda al futuro»

Esce venerdì 19 marzo E vissero feriti e contenti, il nuovo progetto discografico di Ghemon. Nell’album sarà presente anche Momento Perfetto, brano con il quale Ghemon parteciperà alla 71° edizione del Festival di Sanremo. L’album è il secondo pubblicato dall’artista nell’arco di dodici mesi e rappresenta una fase molto viva e creativa del percorso musicale dell’artista.

«È stato un tempo dilatata e strano, perché sembrava non passare mai. – ci dice Ghemon – È assurdo, forse tante giornate si sono ripetute. Non ci sono state le distrazioni continue della quotidianità. Io ho vissuto questi mesi come li avrebbe vissuti un artista prima che esistessero i social. Sono andato in studio e basta, non ho fatto altro che fare quello che amo. L’ho fatto per amore, senza pensare a Sanremo né a un altro disco. È stato un atto di fede e di amore. Sono qua, ma il viaggio forse è stato più bello del posto dove mi ha condotto».

LEGGI ANCHE: Ghemon: «La musica è una compagnia, non si può vivere senza»

Ghemon ci spiega infatti di avere iniziato a scrivere l’album «a luglio».

«È stato un anno intenso. – ci dice – Non in senso frenetico, ma perché mi sono guardato dentro. Son stati mesi di videochiamate a distanza, di discorsi su dubbi e preoccupazioni. Ci siamo scambiati più umanità, c’è stata una fase di racconto di cose profonde. Il confronto con me stesso ha mosso il disco, anche se non c’è il racconto del lockdown. La musica era evasione e voglio che chi la ascolti la senta attuale. È stata musica molto curativa, celebrativa e che guarda al futuro».

Momento Perfetto è stata scelta per il Festival perché «ci dava una vibrazione di cui eravamo felici». «Anche dopo tanti ascolti. – spiega Ghemon – Me lo sono immaginato sul palco di Sanremo, ho pensato a come si potesse performare e come poteva parlare anche delle persone a casa. Per me – conclude Ghemon – rappresenta tante cose belle».

Infine, sul medley con i Neri Per Caso, il cantautore chiosa: «La scelta è stata mia, sono brani che rappresentano un tributo alle donne in tutte le loro sfumature. Credo sia bello che un gruppo di uomini, al posto di parlare di se stessi, parlino delle donne».