Possono i videogiochi avere uno scopo educativo e aiutarci – soprattutto in un periodo in cui siamo fondamentalmente costretti all’immobilità – a scoprire l’Italia? La risposta è senza ombra di dubbio affermativa, come dimostrano già immensi open world, basati sulla logica della scoperta e dell’esplorazione di ambientazioni fedelmente storiche.
Il mercato videoludico è attualmente immenso. Basti pensare che – secondo i dati IIDEA – il giro di affari ha superato i 2 miliardi di euro con 17 milioni di videogiocatori in Italia. Non bisogna però dimenticare gli sviluppatori indipendenti. E, in questo – tra tutte le console – la Nintendo Switch ha una marcia in più. Sia per la praticità del mezzo sia per lo spazio che viene sempre garantito alle realtà così dette indie.
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I videogiochi e l’Italia: quattro esempi di splendidi games rappresentativi del nostro territorio
Nintendo, in collaborazione con IIDEA, ha voluto quindi dar voce con una tavola rotonda agli sviluppatori indipendenti di videogiochi. Soprattutto a coloro che si sono fatti portavoce del patrimonio italiano attraverso i loro titoli. A parlare Elisa Farinetti di Broken Arms Games, a Emmanuele Tornusciolo di Italo Games, a Pietro Polsinelli di Open Lab e a Pietro Righi Riva di Santa Ragione. Tutte realtà al 100% italiane, autrici di giochi di successo come Hundred Days – winemaking simulator targato Broken Arms Games e dedicato alla produzione di un’eccellenza italiana, il vino – e Milanoir, un’avventura ambientata a Milano e ispirata al genere cinematografico poliziottesco sviluppata da Italo Games. Ma andiamo in profondità e cerchiamo di capire in che modo i videogiochi raccontano e valorizzano il nostro territorio.
Protagonisti della tavola rotonda anche Football Drama, videogioco narrativo sviluppato da Open Lab che vedrà i giocatori vestire i panni di un esistenzialmente travagliato allenatore di calcio, e Wheels of Aurelia di Santa Ragione, una visual novel interattiva che racconta un lungo viaggio sulla costa occidentale d’Italia durante i ruggenti Anni ’70.