Se Immortals Fenyx Rising – gioiellino del 2020 sviluppato da Ubisoft Quebec – ci porta mano nella mano a scoprire qualcosa in più sulla mitologia greca, il secondo DLC Miti Del Regno Di Oriente è una chicca imperdibile per gli amanti della mitologia cinese.
Myths of the Eastern Realm (Miti del Regno d’Oriente, appunto) è uscito il 25 marzo 2021 e nel gameplay mostra un’ovvia coerenza con la sua genitrice, Immortals Fenyx Rising, con grattacapi e stratagemmi non impossibili per chi ha già dimestichezza con il gioco Ubisoft.
La differenza sta tutta ovviamente nel contesto e nella narrazione fortemente di matrice orientale. Il protagonista è Ku (non potrete sceglierne l’aspetto o il genere) e il suo scopo è viaggiare tra suggestivi panorami asiatici per aiutare la dea Nuwa a ristabilire l’equilibrio tra Paradiso e Terra. Così come Immortals Fenyx Rising aiuta a studiare la mitologia greca (pur con qualche libera interpretazione favorevole al gioco), Miti del Regno d’Oriente offre un piccolo sguardo e qualche nozione di mitologia cinese.
Miti del Regno d’Oriente, il lavoro di Ubisoft Chengdu
Non è un caso che a sviluppare il DLC sia stato il team di Ubisoft Chengdu. Un dettaglio non ininfluente, perché a raccontare la mitologia cinese sono stati esperti del settore e non si è corso il rischio di una sterile emulazione del mondo videoludico orientale.
«Il nostro scopo è portare qualità nell’esperienza di gioco per i giocatori cinesi ed esportare i contenuti cinesi per i giocatori internazionali. – dice Tu Yang, Junior Producer, in un video pubblicato da Ubisoft che spiega il backstage del gioco – Anche per questo essere coinvolti in Immortals Fenyx Rising ci è sembrato subito interessante. Il sistema della mitologia è una forma speciale di rappresentazione culturale. Riflette l’ideologia di una civiltà dalle sue origini, indipendentemente dalla nazione di cui parliamo. È un ottimo modello di export».
Così, tra Ubisoft Chengdu e Ubisoft Quebec è stato raggiunto un accordo che ha permesso allo studio di cinese di occuparsi del DLC praticamente in toto.
«Dalla direzione generale del gioco alle idee di gameplay, dalla narrazione delle missioni all’art direction».
Si tratta dunque del primo gioco AAA con contenuti basati sulla cultura cinese. Ed è la base – assicura Tu Yang – per creare un filone di giochi AAA che si ispirano alla cultura della Cina.
Il mito: chi sono Nuwa e Gong Gong
Ma quale parte della mitologia cinese ci viene raccontata in Miti del Regno d’Oriente? Come dice Jian Anqi, Associate Game Director, «ci sono varie versioni degli antichi miti cinesi e abbiamo dovuto fare molte ricerche. Abbiamo letto e studiato il Libro dei monti e dei mari (山海经, ndr) e lo Huainanzi. In questi testi, però, i miti sono solo menzionati».
In breve, non esiste una versione canonica e classica paragonabile all’Iliade di Omero per la mitologia greca. Sebbene Nuwa e Gong Gong siano due divinità molto note nella cultura popolare cinese. Nuwa è la divinità femminile della creazione, mentre Gong Gong è la divinità delle acque. I due si incontrano nel Mito dell’Inondazione. Gong Gong distrusse il monte Buzhou con una testata, rompendo uno dei quattro pilastri che separano il cielo e la terra e causando incredibile devastazione sul pianeta. Unendo cinque pietre colorate, Nuwa riparò il cielo. Ma il mito stesso è suscettibile e vittima di varie interpretazioni, favorite dalla tradizione orale (tuttora sono miti che vengono narrati ai bambini) e dal potere mitigatore del tempo.
Se il Libro dei Monti e dei Mari è stato fondamentale per realizzare i disegni degli animali mitologici che incontrerete nel gioco, il team di Ubisoft Chengdu ha avuto la fortuna di scovare On Heng (Regarding the Sky). Il testo è stato scritto da Wang Cong della dinastia Han orientale e, in esso, per la prima volta c’è un collegamento tra il mito di Gong Gong e la distruzione della montagna Buzhou con il mito di Nuwa. Trovare tuttavia il testo in una lingua che non sia il cinese è una missione impossibile. Anche per questo, la squadra di Chengdu confida moltissimo nella mission di Miti del Regno d’Oriente nel portare al grande pubblico un po’ di nozioni sugli affascinanti miti cinesi.
Miti del Regno d’Oriente, l’estetica del gioco
Anche l’estetica ha richiesto un grandissimo impegno.
«Per riflettere in modo autentico l’estetica della mitologia cinese abbiamo studiato vari artwork e materiali. – dice in proposito Li Qing, Art Director – Ad esempio, mentre disegnavamo Peng Lai, una sorta di Paradiso terrestre, abbiamo riempito gli spazi negativi con una combinazione di nuvole e montagne. L’ispirazione sono i dipinti ad acquerello cinesi».
E ancora, per l’interfaccia del giocatore, si è scelto di ispirarsi al processo cinese di lavorazione dei metalli con intarsi d’oro e accenti di giada. Una tecnica che in Cina è nata prima della dinastia Qin. Il mito di Nuwa, del resto, è antichissimo. E anche il mondo di Miti dell’Estremo Oriente si basa su elementi architettonici e forme risalenti a prima del periodo Qin (che va dal 221 a.C. al 206 a.C.). Lo si vede negli abiti, nelle armature dei soldati e nei semplici vestiti della gente comune. Ancora di più nei Palazzi Qin e Han e nella struttura delle fortezze.
E infine, se Peng Lai è ispirato alla natura celeberrima di Guilin, la fortezza di Buzhou è chiaramente un omaggio alla Grande Muraglia Cinese. Le prigioni – o meglio le sale nel cielo – hanno infine uno stile più regale e imperiale.
Di base, Miti del Regno d’Oriente vi racconta una storia molto celebre in Cina nota come Nuwa che ripara il cielo. Ed è un’opportunità veramente unica per approfondire un po’ di conoscenza della mitologia cinese. Difficilmente avrete un’occasione così ghiotta.